Le origini del Prosciutto di Modena risalgono probabilmente all'età del bronzo: furono i Celti, popolo stanziale dedito all'agricoltura, che praticarono per primi la conservazione delle carni con il sale. Con l'esperienza si affermò anche la pratica di ventilare le carni per favorirne la conservazione e migliorarne la qualità. Il nome del prosciutto pare infatti derivare dal latino Prae exustus che significa ben asciutto. I Romani erano soliti imbandire le proprie tavole con prosciutti e insaccati. I soldati romani, inoltre, portavano con sé nelle loro lunghe campagne grandi quantità di carne suina salata e prosciutti che provenivano dalla pianura padana. Fonti autorevoli fanno risalire la lavorazione del prosciutto nell'area di Modena già al tempo degli etruschi. La zona del modenese è da tempo considerata un riferimento per la lavorazione della carne suina proprio grazie all'antica e radicata tradizione.Si ottiene da coscie di suini nazionali allevati ed alimentati secondo rigide prescrizioni produttive volte all'ottenimento di carni di ottima qualita'. Tutte le fasi di produzione, dall'allevamento, alla macellazione, alla stagionatura, sono controllate e certificate per garantire sin dall'origine una giusta selezione della materia prima necessaria all'ottenimento di un prosciutto d'eccellenza. Solo le cosce idonee vengono avviate alla stagionatura che viene effettuata ancora con metodi artigianali all'interno della zona tipica corrispondente alla fascia Pedemontana che si sviluppa tra le provincie di Modena, Bologna e Reggio Emilia. In questo scenario di tradizioni e antichi sapori avviene la stagionatura del Prosciutto di Modena che dura
almeno 14 mesi; alla fine della stagionatura l'IPQ, ente incaricato dal ministero per le Politiche Agricole, imprime l'inconfondibile marchio a fuoco.