Io sono Maurizio, classe ’66, fornaio da generazioni. Ho cominciato a lavorare nel forno di famiglia a Castelnuovo, era il 1983 e io avevo 17 anni. All’inizio fu un lavoro stagionale, avevo amici che in estate facevano i camerieri o i bagnini, per me era naturale dare una mano a babbo e zio.
Dopo il militare cominciai a lavorare stabilmente al forno, e da lì ad oggi il mio mestiere è rimasto lo stesso.
Probabilmente avrei potuto scegliere una strada diversa, trovare un altro lavoro, ma ho deciso di portare avanti la tradizione, quella nata con mio padre e che spero di lasciare ai miei figli. I sacrifici ci sono, è vero, ma ci sono in ogni lavoro, e il fatto di faticare la notte e dormire durante il giorno ormai non mi spaventa più.
A volte sono stanco, mi piacerebbe vivere la quotidianità con la famiglia e gli amici, da maggio a settembre non ho un giorno di riposo, ma vi assicuro che è tutto ripagato dalla passione.
Fare il pane significa creare da niente, ripetere ogni notte gesti antichi migliaia di anni, e la mattina poter dar da mangiare a centinaia di famiglie. Significa trasformare ingredienti semplici in un nutrimento sano ed essenziale.
Eppure, a dispetto dell’omogeneità nelle forme e nel gusto, ogni notte l’impasto va creato in maniera diversa perché risente delle condizioni atmosferiche: in estate l’acqua per l’impasto va ghiacciata, se è vento di mare l’aria sarà umida e salata, se la farina non è abbastanza “forte” cambiano le dosi di acqua e lievito…
Attualmente lavoro con mio figlio, due operai e otto commesse che gestiscono il forno e i negozi di Castelnuovo, Castiglioncello e Vada.