Per tante generazioni, gli agricoltori del Valdarno e del Pratomagno hanno continuato a seminarsi lo Zolfino nonostante le difficoltà e le fatiche che richiede: capriccioso alla germinazione, insofferente alle irrigazioni, delicato nella conservazione; e soprattutto dal raccolto spesso esiguo, al punto "da non riprendere il seme".
Solo la qualità e la passione hanno potuto ripagare nei secoli gli sforzi dei coltivatori.
Oggi, salvato dall'estinzione, è presente nell'area Setteponti su una superficie attorno al 30/40 ettari, che producono non più di 200-300 quintali, comunque insufficienti a far fronte alle crescenti richieste.
Si è allora posto il problema di una efficace valorizzazione e tutela dello Zolfino, e si è costituito un gruppo di lavoro a cui hanno partecipato l'Associazione Ente Fiera col progetto Setteponti, l'agenzia Arsia della Regione Toscana ed i tecnici di Coldiretti, Cia, Unione Agricoltori.
Sono state promosse iniziative di sperimentazione, miglioramento delle tecniche agronomiche, degustazioni (e collaborano a questo programma l'Università, la Provincia di Arezzo, la Comunità Montana del Pratomagno, alcuni ristoratori, i produttori, Arcigola Valdarno...).
É un progetto ambizioso: collegare ricerca e sperimentazione ad un prodotto che ha conosciuto soltanto terra, pioggia, sole e mani sapienti; collegare il "mito Zolfino" alle più tipiche qualità caratteristiche di questa parte di Toscana, promuovendo insieme sapori e saperi del territorio.
Allo stesso modo, è ambizioso il progetto di Agricoltori Custodi: coinvolgere produttori e consumatori nella salvaguardia di tante specie e varietà vegetali e animali.
Salvarle dall'estinzione e farle conoscere, mantenendo un patrimonio di sapori e diversità che fanno la ricchezza del nostro territorio.