La vecchia azienda agricola di famiglia, ormai abbandonata e destinata al più a qualche speculazione edilizia, viene ripresa e vivificata.Danno nuovo impulso alle coltivazioni esistenti, 4 ettari di oliveto, ed introducono, nei restanti 10 ettari, la coltura del mandorlo. Qua e là mettono in filari le viti, un centinaio di piante di mirto, qualche decina di agrumi, tra i quali la rara pompia, alcuni esemplari di giuggiolo e di azeruolo. Recuperano, dagli antichi orti dismessi del paese, le varietà di susine e di pere che conservano i sapori e i profumi di un tempo.