Distilleria Romano Levi

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  • Neive (Cuneo)
  • Piemonte
  • VIA XX SETTEMBRE 91
Foto profilo Siamo nella Casa Distilleria di Romano Levi, il Grappaiol’Angelico, come lo battezzò Luigi Veronelli e che nel 1987 il New York Times non esitò a incoronarlo: il sole unico, il tesoro nazionale vivente, il re senza corona della distillazione Piemontese. Le sue bottiglie, con etichette dipinte a mano ad una ad una, sono presenti nelle teche di tanti collezionisti in ogni parte del mondo, molte sono state ricevute in dono o acquistate per ricordare o immortalare eventi. Tutto questo Romano Levi lo ha conquistato grazie alla sua semplicità, onestà, coerenza, carisma, rispetto della natura e tanto lavoro. Il tutto cominciò nel marzo 1945 quando Romano e la sorella Lidia, già orfani del padre Serafino che aveva fondato la distilleria nel 1925, persero anche la madre. Romano aveva 17 anni e “siccome nella vita non si può essere di peso per gli altri” si “rimboccò” le maniche e imparò ad usare il famoso “lambicco” ed a fare il Grapat. Ripeteva “non sono io che ho scelto il lavoro ma il lavoro che ha scelto me”. Con il tempo, campagna di distillazione dopo campagna, la simbiosi tra Romano ed il suo alambicco, tra Romano e le sue botti per l’invecchiamento si andò via via affinando. Per la produzione della grappa si parte da una materia prima molto povera, la vinaccia, Romano la conserva e la concia in profonde fosse e poi la distilla con la tecnica del fuoco diretto, apparentemente elementare ma che richiede grande esperienza. Dopo tale processo le vinacce esauste vengono torchiate, esposte all’aria ad essiccare. L’anno successivo le stesse diventeranno il combustibile per scaldare la caldaia. Le ceneri della combustione verranno poi disperse nelle vigne per concimare le viti così il ciclo si chiude. Nulla viene sprecato. Il costo è di un fiammifero l’anno, quello con cui si accende il forno dell’alambicco all’inizio della distillazione al termine della vendemmia, oltre a molto ed attento lavoro. Il risultato è un prodotto unico, meraviglioso: può piacere o no, ma è la vera “grappa”. Un giorno Romano dovendo preparare delle bottiglie per un amico ed avendo terminato le etichette, iniziò a scriverle a mano e da lì a poco a dipingerle. Queste etichette diventeranno: la Donna Selvatica che scavalica le colline, la Donna Selvatica innamorata, la Donna Selvatica infernale, ….Quando c’era Maria, …Maria non c’è più; vere poesie: ….grazie che ci siamo incontrati, …siamo Angeli con un’ala soltanto e possiamo volare soltanto restando abbracciati, …grappa distillata da ignari, … A chi gli domandava se si sentisse più poeta o più pittore Romano rispondeva: “Né l’uno né l’altro, io faccio grappa”. Romano Levi è morto il 1° maggio 2008, lasciando un grande vuoto, una grande eredità e dei grandi valori. Chi ha avuto la fortuna di incontrarlo e conoscerlo ha ricevuto molto. Quando si lasciava il suo cortile ci si sentiva arricchiti, migliori, in pace con se stessi. Il lunedì 28 Aprile 2008, pochi giorni prima della sua scomparsa, confidò agli amici collaboratori da lui riuniti: “E’ stata una vita molto dura, con ardue salite ma, se dovessi ricominciare, non desidererei fosse diversa, neppure di una virgola…” e poi “…il nome Levi Serafino lo scrisse per la prima volta l’impiegato dell’Ufficio Anagrafe di Capodolcino il 31 Ottobre 1891 e io lo scrivo ancora oggi; sarebbe bello se venisse scritto ancora per molti anni…”. Infine rivolse un monito: “…ricordate è soltanto grappa ma è unica, produrla dà grande soddisfazione, costa molta “fatiga”, ma il risultato è sempre sorprendente…”. Attualmente la distilleria è funzionante e tutti gli insegnamenti del Maestro sono rispettati dai suoi allievi, gli “IGNARI”, come Romano amava definire se stesso e i suoi collaboratori.
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