Di quelle gloriose e grandi famiglie Nocerine dedite all’arte bianca non è rimasto quasi più niente. Il “quasi” è d’obbligo perché a resistere agli attacchi delle metodiche computerizzate è rimasto soltanto Raimondo Vicidomini, i cui antenati cominciarono a fabbricare pasta già nel 1812. Tutti gli altri sono scomparsi dopo oltre un secolo di proficuo lavoro.
Luigi e Mario Vicidomini sono la sesta generazione di una storia che ha origine agli inizi del 1800. Due secoli circa di pasta che vanno da Nocera Inferiore a Castel San Giorgio: quest’ultimo uno dei distretti industriali e commerciali più importanti della Campania, da quando è stata costruita la bretella Caserta-Salerno che attraversa l’Agro-Vesuviano e l’Agro-Nocerino per collegare l’Autostrada del Sole alla Salerno-Reggio.
Per capire la differenza tra la grande produzione e l’artigianato bisogna visitare Castel San Giogo, dove l’artigianato dà l’anima in ogni pezzo cui si applica. A Castel San Giorgio, nel cuore del paese dove di antico sono rimaste le splendide chiese e i palazzi nobiliari, lì c’è uno scampolo autentico protoindustriale, dove l’autenticità del prodotto è favorita dai venti e dalle acque abbondanti dei suoi terreni.