Da piccolo, durante le vacanze, per guadagnare qualche soldino mi piaceva fare il cameriere nei ristoranti di Camigliatello.
Erano gli anni sessanta, gli anni d'oro dell'Altopiano. Questa passione mi ha accompagnato in sordina per tutto il tempo in cui, per mestiere, mi sono occupato di problemi sindacali.
Quando finalmente ho avuto la possibilità e il tempo di occuparmi concretamente di gastronomia, l'ho fatto con l'abito mentale maturato in venticinque anni di pratica di psicologia di massa, cogliendo della nuova attività quasi esclusivamente l'aspetto culturale.
Nel frettoloso quotidiano spesso si mangia per calmare l'appetito, nel mio ristorante si mangia per soddisfare un piacere estetico. Intendo il pranzo dei miei ospiti come una rappresentazione, un atto unico che si rinnova ogni giorno, ed io sono Lo Sciamano, il maestro del loro piacere materiale.