17.12.2008 | Normative Inserisci una news

noalcol? Il silenzio conforta l'ignoranza...

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Questo spazio รจ dedicato ai Vostri pensieri "Dichiarazioni spericolate di un criminalizzato"

 

Le pur doverose esigenze di tutela della sicurezza stradale,

specie nei momenti di traffico intenso, non devono prescindere da un'altrettanto attenta cautela nell'individuare i livelli etilici realmente pericolosi per sé e gli altri. Tanto più importante appare tale attenzione in quanto coinvolge un prodotto alimentare di elevato significato culturale, storico, salutistico e nutrizionale come il vino che interessa un settore strategico dell'economia nazionale, penalizzato dall'irrazionale timore di incorrere nei rigori della legge dopo una serena serata conviviale che senza vino rischia di tradursi in una banale occasione alimentare. Alla cautela dello strumento normativo va peraltro aggiunta la giusta misura da adottare nella comunicazione di eventi sovente tragici che, se descritti in toni di generica condanna di eccessi alcolici, rischiano di generare una pericolosa confusione nel lettore con conseguente sviluppo di epidemiche psicosi collettive. Quindi in definitiva: danno culturale, nutrizionale e salutistico, economico e d'immagine nel mondo. 

Gilberto Polloni 

Si tratta di un'idiozia degna del Paese da operetta

in cui perennemente ci ritroviamo nonostante le stagioni delle riforme, spesso inutili. Invece di operare sul versante delle sanzioni (quanti sono i criminali che ubriachi o drogati hanno ucciso sulle strade che oggi sono in carcere?) o dei controlli (in fondo i luoghi in cui si spaccia droga e si consumano superlacolici sono noti a tutti), come al solito in Italia si passa dal nulla agli esteremi.Ora bere anche un solo bicchiere di vino renderà impossibile guidare. Ma qualcuno in Parlamento è consapevole del fatto che in questo modo si darà un colpo mortale alle nostre abitudini alimentari che proprio nel vino trovano (secondo tutte le più recenti ricerche mediche) uno dei più importanti fattori salutistici. Per non parlate del fatto che fra breve gli incidenti in auto capiteranno magari per infarto (perchè bevendo moderatamente vino non si previene il nostro sistema circolatorio), o per blococ della digestione (la nostra cucina senza un bicchiere di vono a volte è troppo pesante).E tutto ciò senza considerare il danno che sarà arrecato a produttori di vino e distillati che pure vengono celebrati dai politici come gli ambasciatori dell'italian style nel mondo insieme ai creatori di moda e alle Ferrari.Già si sarebbe dovuto eccepire sul fatto che il limite dello 0,5 è troppo alto, ma comunque il sistema sembrava cominciare a funzionare, a giudicare almeno dal numero delle patenti ritirate. Invece di intensificare i controlli ora si pensa, in modo tipicamente italiano, di colpevolizzare tutti e cambiare le regole. Sarebbe invece utile inasprire le sanzioni per chi è realmente ubriaco e non già fare terrorismo ed impedire persino una birra o un bicciere di vino con una pizza... Nessuno vuole l'impunità o la licenza di ubriacarsi, ma potere pranzare o cenare con un moderato consumo di vino è un modo di essere italiani. 

Alberto Lupini   

Alcol e incidenti: ovvero il vagone verso il baratro.

Molti anni fa, uno dei modi preferiti da Carlin Petrini per spiegare la filosofia Slow  Food era. “Non  dobbiamo essere quelli che continuano a brindare nel vagone ristorante mentre il treno viaggia a gran velocità verso il baratro”.Credo non ci sia frase che possa spiegare meglio l’attuale momento del mondo del vino italiano, il quale sta continuando a brindare mentre il treno corre verso il baratro della “tolleranza zero”.Oramai tutti i giorni leggiamo notizie del tipo “Ubriaco investe ……..” con conseguente scia di feriti e , purtroppo, morti. Il Governo ha praticamente deciso di abbassare ancora i limiti alcolometrici per chi guida:  intravediamo, neanche tanto lontano, il momento in cui questo limite verrà azzerato. Vogliamo parlare un po’ di quello che succederà dopo?Inizio dalla parte del problema che mi riguarda in prima persona. Nel gruppo ci infilo tutti i colleghi che mettono in bocca vino per lavoro (assaggiatori professionisti, quindi, non ubriaconi molesti)oltre a tutti gli enologi, gli enotecnici, i sommeliers. Ci mettiamo anche i produttori di vino che magari vanno a promuovere il loro prodotto in una cena e devono anche assaggiarlo? Mettiamoceli!Cosa succederà a queste categorie con la tolleranza zero? Dovranno rivedere drasticamente il loro modo di lavorare. Quale enologo  avrà il coraggio di andare in una cantina ad assaggiare il vino e poi rimettersi in auto? Se fermato e trovato positivo ai controlli gli verrebbe ritirata la patente per sei mesi e, nel caso di una seconda infrazione, per sempre. Lo stesso vale per i giornalisti: basta visite in cantina o degustazioni a giro per l’Italia. I sommeliers che devono assaggiare il vino per scoprire se sa di tappo si troveranno giocoforza costretti a viaggiare in coppia: uno annusa ( e guida) ed uno assaggia. Brutta parodia enoica della barzelletta dove si diceva che i Carabinieri andavano in coppia perché uno sapeva leggere e l’altro scrivere.Ma anche noi giornalisti e tutte la altre categorie “a rischio” ci dovremo trovare l’autista o, molto probabilmente, cambiare mestiere. Già mi vedo assaggiatore di latte a riconoscere quello della Lola….Copio anch’io Flaiano, cercando di dimostrare che la situazione è drammatica ma non seria. Diventerà seria quando, magari dopo un’ulteriore serie di incidenti stradali, si arriverà alla vera e propria criminalizzazione del vino e di chi lo produce. Del resto Il proibizionismo si basava proprio sul concetto che l’alcol era il male ed andava combattuto, sempre e comunque. In Italia il vino fino a poche decine di anni fa, visto che era considerato come una bevanda o comunque come un prodotto alimentare,non veniva visto in quel modo. Adesso invece rischia di diventare un capro espiatorio anche di problemi non suoi . Infatti il passaggio da genere di prima necessità a prodotto voluttuario, addirittura a griffe di moda, lo ha portato di fatto fuori dalla quotidianità, mettendolo nella categoria del superfluo. E del superfluo si può fare anche a meno, specie se ti dicono tutti i giorni che fa male.  Ho detto che Il vino paga anche per problemi non suoi: andatevi a leggere questi miei vecchi ma attualissimi articoli (Alcol e incidenti stradali, ovvero un tragico “Gianobifrontismo”) (Alcol e incidenti stradali: e se provassimo con gli Schumacher del vino?)…  che potrei riassumere in pochissime parole. Se per fare un incidente stradale occorre un essere umano ubriaco ed un veicolo a motore, perché la colpa di tutto deve essere sempre data all’alcol? Non potremmo pensare che forse è colpa anche dell’auto e della pseudocultura con cui la usiamo?Invece è troppo facile prendersela con l’anello più debole della catena e questo sta accadendo non solo da noi. Faccio solo un esempio: In Francia (non in Ruanda Burundi!!!!) sono state bocciate tutte le campagne pubblicitarie sul vino che mostravano persone con un bicchiere in mano o alla bocca. Diversi livelli dell’organizzazione statale, fino ai ministri, sono contrari al consumo di alcolici e questo ha portato l’importante, storico e potente mondo del vino francese, in una situazione di sofferenza assoluta.E l’importante, storico, potente mondo del vino italiano cosa sta facendo? NULLA!!!!! Nessuno che abbia il coraggio di farsi sentire, ma sentire veramente, con campagne promozionali serie, con interventi chiari verso chi produce (tanto per fare un esempio) quelle bevande spacciate per analcoliche che tali non sono e proprio per questo sono apprezzate e molto consumate dai ragazzini fino a 16 anni.La nostra proposta di mettere a disposizione un fondo (con mezzo centesimo a bottiglia venduta) per far conoscere veramente il vino, non a chi fa i corsi di degustazione ma  a chi si attacca al bottiglione, forse non sarà la cosa più semplice del mondo ma per adesso non vedo altro all’orizzonte.Cara Unione Italiana Vini, cara Federdoc, cari Consorzi, cara Assoenologi: non sentite anche voi una tremenda puzza di bruciato? Non avete paura per esempio che tra qualche tempo un politico cavalchi la tigre e, dicendo di  andare dietro alle giuste richieste della gente , chieda il contingentamento o la regolamentazione della vendita di vino dal ristorante al supermercato? Non pensate che in questo momento siamo il vaso di coccio tra i vasi di ferro che si chiamano opinione pubblica e politici? Non credete che ci vorrebbe veramente un’azione forte, unita, VERA, per cercare di uscire dal tunnel. I produttori di latte bloccarono le autostrade e perché noi non possiamo bloccare il Parlamento?Presentiamoci TUTTI davanti a Montecitorio per la più grande presentazione-degustazione di vino mai organizzata in Italia e spieghiamo le nostre ragioni, la nostra storia, la nostra cultura. Dimostriamo, dati alla mano, che i morti per alcol sono dovuti a superalcolici e droga e non alla bottiglia di Tignanello. Presentiamo un progetto serio per far conoscere ovunque il giusto modo di bere, il giusto approccio al vino.  Se tutto questo non verrà fatto potremo organizzare quante degustazioni paludate vogliamo, brindare con i vini più costosi del mondo, ma alla fine ci ritroveremo in un ghetto ( o in un vagone…..)dal quale sarà forse impossibile uscire. 

Carlo Macchi

La proposta di ridurre il limite consentito di alcool

contenuto nel sangue da 0,05 a 0,02 grammi per litro rappresenta l'ennesima conferma dell'incapacità della nostra classe politica nell'affrontare i problemi in maniera costruttiva, e non solo demagogica. Innanzitutto perchè non basta fare leggi più severe per combattere le “stragi del sabato sera”, ma bisogna anche farle osservare, investendo sui controlli: basti pensare che nel nostro Paese sono stati effettuati l'anno scorso solo 1 milione di test all'anno, un decimo di quanto è avvenuto per esempio in Francia. Paesi come Stati Uniti, Canada e Inghilterra, che hanno fissato questa soglia a 0,08 grammi per litro, non hanno bisogno di abbassarla perchè sono giustamente convinti di avere ancora sufficiente credibilità agli occhi dei loro cittadini. Bisognerebbe infine considerare il fatto che ogni individuo reagisce al consumo di alcool in maniera spesso molto diversa, variabile in funzione del sesso, della corporatura, dell'età, dell'esperienza nel bere, della genetica e del metabolismo. Questo concetto (“Patterns of drinking”), rappresenta un presupposto dato ormai per scontato da vari Stati al mondo (si veda a questo proposito l'Australian Alcohol Guidelines 2007), e non considerarlo equivale a porre ogni cittadino sullo stesso livello, penalizzando gran parte della popolazione. Una possibile soluzione potrebbe consistere nel definire nel nostro Paese almeno due diversi tassi alcolici consentiti, che penalizzino soprattutto la classe d'età considerata più a rischio, ovvero quella che arriva fino ai 29 anni. Nicolò Regazzoni Fare un commento a caldo sulla proposta di legge che intende abbassare il tasso alcolemico ammesso da 0,5 a 0,2 è doppiamente sconfortante.È sconfortante in termini di libertà: dispiace, anzi fa sinceramente arrabbiare, che le ennesime, poche prodezze di alcuni sconsiderati limitino ulteriormente la libertà di tutti noi. Scegliendo a caso fra le piccole, eppur fastidiose restrizioni più recenti: un pugno di terroristi islamici prende di mira gli aerei, e ora tutti noi non possiamo più portare a bordo molti, innocui effetti personali; qualche deficiente passa col rosso, magari a notte fonda, e ora tutti noi viviamo sotto l’incubo delle salatissime imboscate semaforiche delle telecamere dei comuni, che a colpi di multe si sistemano i bilanci…E si potrebbe continuare all’infinito. Quo usque tandem? Fino a quando dovremo sopportare forme sempre nuove di limitazioni alla nostra libertà? Giusto punire i colpevoli; sommamente ingiusto imbrigliare sempre più la società. È ora di reclamare a gran voce per il pericolo che corrono i nostri diritti!È poi sconfortante in termini di civiltà: la nostra civiltà, da millenni, diremmo da sempre, si basa sul convivio, e del convivio il vino è la parte centrale. Vogliamo dunque buttare a mare – dopo ambiente naturale, monumenti, opere d’arte lasciate nell’abbandono, patrimoni librari, tradizioni locali, artigianato, botteghe storiche, musica e teatro popolare, dialetti, e chi più ne ha più ne metta – anche il vino? Quel vino che, quasi solo negli ultimi anni, ha dato una mano non piccola a un notevole recupero d’immagine del nostro Paese? Vogliamo ancora, e sempre, farci del male da soli di fronte all’opinione pubblica mondiale, che certamente ride di noi sotto i baffi? – sembra quasi di sentirli commentare: i soliti italiani sprovveduti, hanno tutto e nemmeno se ne accorgono…E tutto questo per che cosa? Per uniformarci a norme nate in altri Paesi, con ben altri problemi di alcolismo e di degrado sociale? (da noi il degrado, semmai, è che non siamo più capaci di apprezzare la profondità e la verità del vino, altro che tasso alcolemico di qualche sparuto imbecille, che tanto imbecille rimane comunque, e che se vuol travolgere inermi pedoni li travolge comunque, anche da sobrio…).   Che tristezza. Ma bisogna smettere di essere tristi e incazzarsi.Piero Valdiserra A proposito della possibile proposta di legge  per abbassare a 0,2 il tasso alcolico  Primo Punto. Ritengo che il problema sia molto serio e vada affrontato con responsabilitàPrima di parlare di abbassare il tasso alcolico da 0,5 a 0,2 andrebbe affrontato il discorso di come spalmare i controlli su tutto il territorio nazionale da Bolzano a Pantelleria. Infatti finora i controlli sono stati episodici e sostanzialmente hanno riguardato le aree del nord est e nord ovest e relativamente il centro e poco il sud e le isole. Da questo punto di vista vanno intensificati i controlli anche numericamente. «In Italia si eseguono ogni anno un milione di alcol test, contro i dieci milioni della Francia» L'automobilista italiano ha quindi una possibilità ogni 74 anni di essere fermato per un controllo». ( Fonte Corsera)Secondo punto. I dati confermano inoltre che “ Il 20% risulta positivo all'alcol, il 20% a droghe (soprattutto cocaina) e il 15% sia all'alcol che alla droga”. Di fronte a tali comportamenti poco importa se il tasso è 0,5 o 0,2. A questo punto la a contare è la certezza della pena, l’immediato ritiro della patente e la carcerazione. Nei casi più gravi va previsto il reato di omicidio volontarioTerzo punto. Per i minorenni va previsto tasso zero mentre per gli adulti trovo che il limite attuale sia corretto.Comunque a fronte di una situazione così grave e pericolosa dal punto di vista sociale trovo che non ci siano giustificazioni di nessun genere (culturale, sociale, ecc.). Va affrontato di petto il discorso della prevenzione sul modello già attivo di www.winemoderation.eu

Andrea Gabbrielli 

Dichiarazioni spericolate di un criminalizzato

Proprio qualche giorno fa ero a pranzo da amici produttori per parlare di scenari e strategie di comunicazione in una scenografia enogastronomica dinamica da potenziare per promuovere al meglio i prodotti, i vini e le offerte culturali. Un bell’incontro dove discutere di sangiovesi e grani in rialzo, pane artigiano e panorami cipressati. Accanto alle tagliatelle e al cinghialetto in salsa rossa scorreva appunto un sangiovese toscano di facile beva e di buona stazza. Dopo le solite due ore conviviali sono rientrato in macchina e mi sono sparato i 50/60 kilometrini che quotidianamente un confinato nelle lande periferiche dell’impero come me deve fare per raggiungere i posti consueti. Il mio palloncino era sicuramente di poco in rosso (livello 0,5) come quasi sempre, e in 40 anni di patente a tasso alcolico fuori norma non mi è mai capitato nemmeno di sfiorare un lavavetri abusivo a Firenze. Insomma l’esperienza acquisita al volante e la buona educazione stradale ricevuta nei lontani anni 60’ mi consentono di guidare sicuro in ogni occasione percettiva, graduando la mia prudenza in base alla velocità relativa dei miei riflessi. Con ciò non è mia intenzione d’esser preso d’esempio dai giovani. Per arrivare a questi risultati ci vuole molto studio e molto impegno quotidiano, e se un giorno o l’altro mi arrivasse addosso un deficiente sarà colpa del mio karma ma non mia. E’ evidente che dato il lavoro che faccio spesso ho il palloncino in rosso, ma non ho mai avuto il benché minimo incidente dai 35 e passa anni che ho la patente, salvo uno sfregamento in un parcheggio. Per quanto riguarda i festeggiamenti trasgressivi, fenomeno molto di moda quando ero in gioventù, erano limitati però a bevute di buon vino e mangiate di chiocciole terrestri e marine, (con salti in discoteca solo per guardoneggiare allibiti la nuova specie di imbecilli drogati che si stava sovrapponendo volgarmente alla nostra post-bellica forma).Questa è solo storia. Vabbé che a quei tempi a cavallo tra gli anni ottanta e novanta, di macchine ce n’era di meno e le strade provinciali erano parecchio deserte. C’erano meno macchine, e quelle che c’erano erano a misura dell’ uomo italico, della sua cultura e della sua contingenza sociale. Solo qualche elemento fortunato, guardato sempre con una certa invidia dai più, aveva macchine performanti, dalla linea slanciata e sinuosa (di solito erano loro che si schiantavano più spesso in solitaria), oltre a guardie e ladri. I volgarmente detti “magnacci”, cioè padroni di prostitute locali che battevano per pagarsi le dosi di eroina, sia in città che in campagna, (tutta roba locale tossica, non si esibivano ancora esotismi stradali o transesessuali brasiliani), erano i soli esclusivi possessori di macchinoni lussuosi e veloci, e così si identificavano più chiaramente e ci se ne teneva alla larga. Poi… E poi? E poi? Ditemelo voi se avete il coraggio! Tutti vogliono i macchinoni (una volta, non tanto tempo fa, "da magnaccia"...) che le industrie automobilistiche sostenute da tutti i governi del mondo (e supportate dal modello di sviluppo creato per sostenere l’immane produzione stabilita distorcendo ogni regola di buon senso) ci offrono tramite i media completamente assoldati (soldo). Non facciamo gli ipocriti; l’alcol al volante c’entra poco: le macchine oggi sono armi improprie. E’ logico che affidando armi improprie a chiunque, ci debbano scappare molti morti no? Armi basate sulla velocità e sull’impatto della massa lanciata su un'altra massa lanciata o inerte. Macchine completamente fuori legge. Fuori legge perché nessun codice di nessun paese ammette che si possano superare certi limiti, neanche potenzialmente. Mentre queste macchine sono costruite per permettere a tutti di superare, infrangere i limiti di legge. Questa non è più, come ci vogliono gabellare, incentivazione alla trasgressione. Questa è istigazione a delinquere. E come tale dev’essere punita con ammende pecuniarie terrificanti alle case automobilistiche! Gli avvisi di pericolosità che si intende apporre alle etichette degli alcolici, devono essere affissi mediante targa saldata e fresata ben visibile anche su ogni macchina circolante per strada descrivendone semplicemente i pericoli e i danni provocati e provocabili. Altro che assicurazione. L’ipocrisia è correità.Tipo di etichetta da apporre obbligatoriamente ai mezzi stradali in circolazione oggi: Modello: ...............xConsumo risorse naturali al KM: ................xConsumo totale vite umane per incidenti, per guerre del petrolio e per miniere pericolose e fuori norma: ...................xAlberi tagliati per predisporre zona estrazione petrolio: .................xUccelli marini, pesci, tartarughe e quant’altro morti e/o morituri per naufragio petroliera: .................xMilioni di euro persi e/o perdibili dall’area interessata dal naufragio della suddetta petroliera: ...............xVelocità raggiungibile extra limiti consentiti: .................xPeso della massa e moltiplicazione della stessa in base alle velocità esercitate: .................xNumero di vittime stradali causate da questo modello: .................x     

Guelfo Magrini

news www.gustolocale.it - www.noalcol.it

 


Tag: vino, noalcol, alcool, patente a punti


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