Da anni i Consorzi di tutela della DOC
Bosco Eliceo della Provincia di Ferrara e della DOC Arcole
nel Veronese si stanno impegnando per promuovere questi prodotti,
che avendo come peculiarità la composizione prevalentemente sabbiosa
dei suoli, diventano naturali portabandiera della promozione
turistica dei propri territori.
Per discutere tali aspetti e per presentare i lavori di ricerca
finora realizzati, il Comune di Argenta,
all’interno della zona del Bosco Eliceo, ed i due Consorzi citati
hanno promosso la terza edizione del Convegno “Alla
scoperta dei Vini delle Sabbie”, che si è svolto il 12
settembre scorso presso il centro culturale Cappuccini di Argenta.
Interventi portanti dell’incontro quelli di
Marisa Fontana , ricercatrice del CRPV di Tebano (RA),
e di Giuseppe Benciolini,
pedologo della Cooperativa I.TER di Bologna.
“La produzione di vini della costa adriatica ferrarese ha origini
antiche risalenti in modo certo ai monaci benedettini dell’abbazia
di Pomposa”, ha affermato la Dottoressa Fontana, “ed il Fortana del
Bosco Eliceo, tipico vitigno a bacca rossa localmente nota come Uva
d’Oro, era molto famoso negli anni ’30 del Novecento. Oggi la
superficie rivendicata è di appena 120 ettari, ma sono 600 quelli
che potrebbero produrre vini DOC. Il lavoro del CRPV va nella
direzione di assistere i produttori e migliorare le tecniche in
vigna e durante la fermentazione, al fine di creare un’iimagine del
Bosco Eliceo più rappresentativa sul mercato”.
Nella DOC Arcole è invece iniziato un interessante progetto di
zonazione, realizzato dal Dottor Benciolini: “La Denominazione vanta
2.500 ettari di vigneti, estesi dalla periferia est di Verona fino
ai Colli Berici a sud di Vicenza: è un territorio con suoli molto
diversi fra loro, e quelli prettamente sabbiosi si trovano nella
zona di San Bonifacio, dove anticamente scorreva il fiume Adige. Un
attento esame dei profili altimetrici mostra l’esistenza di cordoni
sabbiosi che si staccano di poco dal piano di campagna, e ciò
giustifica i diversificati risultati colturali”.
Ospite molto atteso del Convegno è stato
Monsieur Olivier Urbe del Domaine du Listel, che si
occupa dell’accoglienza dei visitatori nella tenuta di Jarras che il
Domaine possiede nei pressi di Aigues Mortes, in Camargue: “Il
nostro vigneto di 500 ettari si trova a 4 km dalla spiaggia e pur
avendo un territorio morfologicamente simile a quello del Bosco
Eliceo, abbiamo problemi un po’ diversi tra i quali il vento di
mistral che durante l’inverno crea sempre nuove dune, e la salinità
dei terreni, che l’uomo ha combattuto creando una rete di piccoli
canali, i cosiddetti ‘rubin’, che permettono di drenare il salgemma
nelle saline”.
Il Domaine du Listel produce i Vin des
Sables du Golfe du Lion, un vin de pays (l’equivalente
delle nostre IGT) piuttosto noto in Francia: “Molti dei nostri
vigneti sono franchi di piede, ed il metodo di allevamento più
diffuso è l’alberello, in francese gobelet” prosegue Monsieur Urbe.
Testimonianze che ribadiscono molte similitudini fra i “Vini delle
Sabbie” delle diverse zone d’Italia ed Europa, e che fanno ben
sperare in un futuro nel quale i produttori ed i relativi territori
potranno promuoversi insieme; di questo avviso è
Giorgio Bellini, sindaco di
Argenta: “Pensare ad un Consorzio che raggruppa i produttori di
questi vini non è più un’utopia, anche se prima di tutto occorre
riconoscere la tipologia, sulla falsariga del modello francese”.
Dello stesso avviso gli altri relatori: da
Sante Baldini, presidente del Consorzio del Bosco Eliceo,
che auspica per tutti i produttori un packaging comune adeguato per
catturare l’attenzione del consumatore, ad
Andrea Burato, nella doppia veste di Presidente della
Strada dei Vini di Arcole e vicepresidente dell’omonimo Consorzio di
tutela, secondo il quale facendo leva sul ricco tessuto culturale
della provincia veronese sarà più facile incontrare direttamente i
visitatori e raccontare loro queste peculiarità, a
Paolo Regina, presidente della
Strada dei Vini e dei Sapori della provincia di Ferrara, che grazie
alla sua collaudata esperienza afferma che molti territori sono
ancora inesplorati, come gli stessi USA, dove solo negli ultimi anni
la cucina italiana sta salendo in cattedra nelle oltre 300
Università dedicate all’enogastronomia, luoghi nei quali gli chef di
domani orienteranno i consumi futuri.
Al termine del Convegno è stato organizzato un banco d’assaggio dei
vini delle Denominazioni presenti, nel quale il pubblico ha potuto
cogliere, dal punto di vista organolettico, le similitudini e le
differenze suggerite dai relatori.
Sembra quindi davvero giunto il momento propizio per promuovere i
“Vini delle Sabbie” in grande stile, nella speranza che tutti i
territori dove vengono prodotti si uniscano al progetto.
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Mirco Mariotti
axemir@libero.it |