Tamellini

La tradizione di fare vino in casa Tamellini c’è sempre stata, ma fu solo nel 1998, grazie al fortuito incontro tra Gaetano e Marco De Grazia, ambasciatore del vino di qualità sui mercati esteri, che i due fratelli cominciarono a prendere in seria considerazione l’idea di vinificare e commercializzare il proprio prodotto. La prima vendemmia regalò solo 30 mila bottiglie, subito vendute, oggi sono a quota 160 mila e di spazio per crescere sui mercati ce n’è ancora. I vigneti si estendono per circa 17 ettari in area collinare.
Può piacere o meno, ma il Soave firmato Tamellini presenta nelle sue diverse versioni (Doc, Classico “Anguane” o la vendemmia tardiva “Le Bine”) una cifra distintiva che gli viene dall’essere un vino asciutto, sapido, vibrante, fresco e floreale, con un magnifico colore d’oro lucido e brillante. Ancora più caratteristico e interessante il Recioto Docg “Vigna Marogne”, che nasce da grappoli, oltre che selezionatissimi, fatti appassire appendendoli a graticci verticali ben distanziati tra loro, così da permettere una perfetta circolazione dell’aria tra tutti gli acini.
La cosa che li ha emozionati di più in questi anni? “Renderci conto di persona che ad ogni intervento, ogni modifica che apportavamo nel campo corrispondeva una modifica nel vino”. Il vino nasce nel vigneto. O qualcuno ancora non è convinto?