- Dati di produzione e vendita
- Anno di fondazione: N/A
- Superficie vitata: N/A
- Bottiglie prodotte: N/A
- Vendita diretta: Si
- Reperibilità dei prodotti: N/A
- Export: N/A
- Contatti e Ospitalità
- Referente: Carlò Ferragù
- Visite in azienda: Si
- Lingue parlate: Inglese, Italiano
L´azienda agricola Ferragù è situata nel cuore di una località di Cellore, Sorcè di Sopra, un lembo di terra florida in frazione d’Illasi; tutti i rigogliosi vigneti curati con amore giorno dopo giorno, stagione dopo stagione si trovano qui, in quest’oasi di poderi dove, tra le altre, Corvina e Rondinella vengono selezionate per la produzione di Amarone e Valpolicella. Dal 2002 Carlo Ferragù, con i fratelli Ornello e Angelo, si adopera con spirito di sacrificio e soprattutto passione per produrre buon vino di qualità; cultura e coltura della vite vanno di pari passo.
E’ il 1997 quando i Ferragù sperimentano il loro primo Amarone; qualche anno più tardi le loro bottiglie raggiungono tavole ed enoteche, nonché reparti prestigiosissimi ed sclusivi, come quello del britannico grande magazzino Harrods; l’Amarone dell’Azienda Agricola Ferragù fa parte di un’unica triade preferenziale.
Dal 2006 ad oggi l’Azienda partecipa al Merano WineFestival ottenendo ampi consensi e certificazione come produttore di Amarone Valpolicella DOC e Valpolicella Superiore DOC, gli stessi vini che puntualmente vengono esportati anche in Svizzera, Danimarca, Svezia, Stati Uniti (dove sono particolarmente apprezzati a Washington, San Francisco, Los Angeles e New York); e poi Asia ed Estremo Oriente, perché Ferragù è conosciuto anche in Giappone.
Le contrastanti emozioni di una vendemmia ed il successivo lavoro nella cantina - un’ex stalla con fienile e portico interamente restaurata e riempita un poco alla volta degli utensile del mestiere nonché dei macchinari più moderni - il cui logo della facciata frontale è negli anni diventata firma riconducibile e caratteristica, l’aneddoto privato di Carlò Ferragù la volta in cui lo riempì di gioia e di orgoglio insieme alla sorpresa di sentire nominare il proprio nome relativamente ad una bottiglia di Valpolicella, tutto ciò , è riassunto e riemerge senza distinzione alcuna ad ogni stappo di bottiglia, otturando di promesse ogni avvezza narice, ogni naso disincantato.
E’ mai possibile che tutto ciò si possa contenere in un sol bicchiere?