- Dati di produzione e vendita
- Anno di fondazione: N/A
- Superficie vitata: N/A
- Bottiglie prodotte: N/A
- Vendita diretta: Si
- Reperibilità dei prodotti: N/A
- Export: N/A
- Contatti e Ospitalità
- Referente: N/A
- Visite in azienda: Si
- Lingue parlate: Inglese, Italiano
La Cantina è sita a Col San Martino di Farra di Soligo in seno al territorio del Prosecco Superiore ed è il luogo in cui converge il faticoso lavoro fatto su 14 appezzamenti. Le uve, raccolte manualmente, vengono trasferite qui entro breve tempo grazie l'utilizzo di Bins, che garantiscono l’integrità del grappolo fino al momento della spremitura.
Il vino base si ottiene da un'accurata vinificazione in bianco per pressatura soffice, così da estrarre solo il mosto fiore proveniente dal cuore dell’acino. Segue la decantazione, dove il mosto torbido viene lasciato riposare a freddo (10-12 °C) in vasche d’acciaio per circa 12 ore. Al termine di questa operazione la parte limpida del mosto inizia la vinificazione grazie ai fermenti naturali che, aggiunti al mosto, provocano la fermentazione alcolica realizzata in vasche d’acciaio ad una temperatura costante di 16-18 gradi. Il vino viene poi travasato e mantenuto sulle fecce fini a bassa temperatura (10°C) sino al momento della spumantizzazione, con lo scopo di proteggerlo da invecchiamento ed ossidazione e renderlo più corposo e strutturato. Dopo uno scrupoloso assaggio, le diverse quantità presenti in cantina vengono unite. I vini tenuti distinti per provenienza, vendemmia e caratteristiche organolettiche, vengono armonizzati in proporzioni ben precise. La successiva presa di spuma si svolge con il Metodo Italiano (Charmat), ideale per la produzione di spumanti fruttati e floreali. La rifermentazione avviene in autoclave a bassa temperatura (15-16°C). Questa tecnica permette di preservare gli aromi varietali dell’uva e produrre delle bollicine setose e sottili.
Il risultato di impegno, innovazione e tradizione è un Prosecco di spiccata personalità, integro e strutturato, nel quale si vuole riportare il più possibile ciò che vi era nell'uva di partenza, mantenendo inalterate le peculiarità e le tipicità proprie del frutto e del terroir.