- Dati di produzione e vendita
- Anno di fondazione: 1972
- Superficie vitata: 7.00 ha
- Bottiglie prodotte: 45000
- Vendita diretta: Si
- Reperibilità dei prodotti: Internazionale
- Export: Asia centrale
- Contatti e Ospitalità
- Referente: Barbara Mottini Scienza
- Visite in azienda: Si
- Lingue parlate: Francese
L’attuale gestione è iniziata nel 1998 dopo la morte dei fondatori dell’azienda, Ezio e Giuseppina Scienza.
Fin dai primi anni di coltivazione della vite e vinificazione, a VALLAROM siamo sempre stati sperimentatori sia in campagna che in cantina, ma la conduzione agronomica è sempre stata di tipo convenzionale.
Da quando sono subentrato ai nonni , dopo aver frequentato l’Istituto Agrario San Michele all’Adige, avuto un‘importante esperienza in Borgogna (Francia), in Toscana, in Germania ed in America, mi sono reso conto che bisogna tornare ad una viticoltura più rispettosa verso l’ambiente in cui viviamo e senza la mediazione della chimica più invasiva, ad un prodotto più “vero”, realmente “figlio” dell’ambiente, del territorio, della mia mano e della stagione.
Da qui è nata l’esigenza di cambiare prodotti , sistemi di difesa dalle principali malattie e di cercare un equilibrio maggiore in campagna, perché non dobbiamo dimenticare che “il vino si fa principalmente in campagna”. Così sono partito passo a passo, verso una conduzione più rispettosa dell’ambiente, ho capito che non si può dall’oggi al domani passare da una coltivazione convenzionale ad una biologica, sia perché le piante non lo sopporterebbero sia per creare un giusto equilibrio con tutto l’ambiente: tutti si devono adattare al cambiamento, me compreso. Bisogna stare sempre in equilibro, per questo ho cercato di unire sia le mie diverse esperienze che le miei conoscenze scientifiche “moderne” alla semplicità di una viticoltura e vinificazione rispettosa: non affermerò mai, per esempio, che nei miei vini non c’è solforosa, infatti si sviluppa naturalmente durante la fermentazione, potrò dire che cerco di aggiungerne il meno possibile e solo quando è strettamente indispensabile. Il mondo è inquinato ovunque, io ritengo che tutti noi ci dobbiamo impegnare a cambiarlo senza arrivare ad esasperazioni inutili e senza senso. Così ho cominciato il mio percorso, seguendo ovviamente anche dei corsi e cercando di capire ciò che è meglio per il mio tipo di terreno, clima e piante.
Da subito, nel 1999, ho abolito il diserbo chimico, e via via che la mia esperienza e “simbiosi” con l’ambiente circostante di Vallarom aumentava, pur aderendo al “protocollo d’intesa” del Consorzio Vini del Trentino (unico esempio sul territorio nazionale) che limita, anche nella viticoltura convenzionale, molti prodotti particolarmente tossici, ho abbandonato i vari prodotti chimici di sintesi per la difesa fitosanitaria, partendo dagli antibotritici per finire nell’anno 2004 ad utilizzare solo rame e zolfo. Per la difesa: i trattamenti vengono fatti solo in condizioni climatiche favorevoli, cioè in assenza di vento (una presenza costante nel nostro ambiente), per evitare derive inutili sprecando così prodotto , con le temperature miti della sera per evitare bruciature, e con le foglie asciutte. Si è cercato un maggior equilibrio nel terreno abbandonando la concimazione chimica a favore della concimazione organica per passare negli ultimi anni alla tecnica del sovescio. Ho continuato il mio percorso con la “ confusione sessuale” per controllare la tignola e la tignoletta, ho creato trappole naturali, per esempio vecchi tralci annodati alle testate dei pali affinché la cicala si insedi lì e non nei tralci della vigna, lego con il salice, “ stropa” in dialetto trentino, la vendemmia viene fatta rigorosamente a mano depositando l’uva in cassette piccole e subito portata in cantina.
Tra un vigneto e l’altro ho creato delle zone incolte con vegetazione spontanea, con muri di sasso a secco, habitat ideale per numerosi animali. Di pari passo alla mia sensibilizzazione verso un’agricoltura più sostenibile e naturale, anche per la parte enologica si è seguita questa filosofia, con il graduale abbandono di lieviti selezionati (tranne in annate particolari), enzimi e batteri malolattici, ma assecondando i fenomeni naturali, l’utilizzo di pochissimi macchinari, ho solo una pressa pneumatica e due pompe tra cui una peristaltica che ha un sistema di trasporto molto delicato, sia per ridurre i consumi energetiche sia per evitare di stressare il vino stesso. Nella bottiglia si possono captare tutte le sfumature date dal microclima, dalla composizione del territorio, dalla mia personalità e senza dubbio anche le differenze date dall’andamento stagionale.
Non è solo una filosofia di conduzione aziendale, ma è anche diventato un vero e proprio stile di vita sia per me che per la mia famiglia, di conseguenza cerchiamo nei nostri acquisti di preferire prodotti biologici, di utilizzare il meno possibile prodotti non riciclabili e di cercare di inquinare il meno possibile.
Anche per questo abbiamo installato in azienda, che poi è anche la nostra casa, pannelli solari e una caldaia a legna di ultima generazione per produrre l’energia e l’acqua calda per i nostri fabbisogni e per quelli aziendali.
Anche dal punto di vista del packaging ci stiamo spostando verso l’uso di carta riciclata per le etichette, bottiglie in vetro più leggero ma più scuro, per ridurre le emissioni di co2 sia per la loro produzione sia per i trasporti, ma maggiormente protettivo per salvaguardare il nostro prodotto naturale.
Questo vale anche per i nostri fornitori che negli anni sono stati selezionati in base ai sistemi produttivi a basso impatto ambientale e dove possibile utilizzando materia prima riciclata.
Sul nostro sito inoltre sono disponibili le schede tecniche dettagliate dove per ogni vino e annata vi sono segnanti tutti i vari passaggi e lavorazioni ed eventualmente i prodotti utilizzati per la loro produzione.
La trasparenza è la nostra filosofia perché nel nostro vino si trova la nostra personalità, la nostra faccia ed il nostro territorio.