Azienda Agricola Bossi Stefano

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  • San Colombano Al Lambro (Milano)
  • Lombardia
  • Via IV Novembre, 14/4
Foto azienda
  • Dati di produzione e vendita
  • Anno di fondazione: N/A
  • Superficie vitata: N/A
  • Bottiglie prodotte: N/A
  • Vendita diretta: Si
  • Reperibilità dei prodotti: N/A
  • Export: N/A
  • Contatti e Ospitalità
  • Referente: Stefano Bossi
  • Visite in azienda: Si
  • Lingue parlate: Inglese, Italiano
“Imprenditore a 19 anni? Si può fare”. E' questa la filosofia del giovane Stefano Bossi, occhio vispo, sorriso simpatico, pronto ad imbonire clienti e vicini di casa che nella sua cantina passano di tanto in tanto. E se trovare lavoro oggi può sembrare un'impresa ardua, il giovane originario e residente a San Colombano al Lambro ha deciso di costruirselo da solo, ritagliandosi un angolo di paradiso a pochi passi da casa. Non coincide per nulla con il ritratto del “bamboccione all'italiana” Stefano, classe 1989, da un anno titolare dell'azienda vitivinicola per la produzione di vini di San Colombano al Lambro, che porta il suo stesso nome. Sveglia all'alba ogni mattina e ritorno senza orari, è il più giovane imprenditore iscritto alla Coldiretti. Un traguardo che ha ragiunto con tutta la sua determinazione e i consigli di papà Francesco, tranviere nel caos cittadino di Milano fino al 1998, quando ha deciso di dedicarsi a quell'attività famigliare, ereditata a sua volta dal padre Giovanni.Circa sessanta pertiche di terreno agricolo, tra le zone Costa Regina, Madonna dei Monti, Chiavardi, Valloncella, Val de Cup, i Valloni e il Moretto sulle colline di San Colombano, che qualche anno fa servivano soltanto per una piccola produzione; tre ettari in cui il giovane Stefano dava una mano fin da quando aveva 14 anni. Mi sono iscritto all'istituto agrario di Codogno – racconta il giovane – perchè ho sempre pensato che il lavoro in fabbrica o in ufficio non facesse per me. Chiuso tra quattro mura non ci so stare e nei pomeriggi liberi davo una mano a mio padre, in cantina d'inverno e in collina d'estate, su e giù con il motorino e con il trattore. Una vita che piaceva a Stefano, tanto da fargli decidere di lasciare la scuola (“Lo studio non faceva per me”) per dedicarsi a tempo pieno a quell'attivita, strana e avventurosa. “Quando ho detto ai miei genitori che volevo prendere in mano l'attivita a 18 anni e farla diventare un lavoro, quasi gli è venuto un colpo – sorride Stefano, al ricordo delle lotte con mamma Lidia - : mi hanno immediatamente scoraggiato, “troppa concorrenza” mi dicevano e poi “la terra non rende”. Ma io sono testardo e ho deciso di fare lo stesso, da solo”. Stefano apre dunque la sua azienda il 23 gennaio del 2008, diventando cosi, a 18 anni, il più giovane imprenditore del settore; un'azienda che a breve compirà un anno di vita con una produzione di vini rossi di San Colombano doc, Bonarda e Tavola Rossa (Barbera e Cabernet), ma anche bianchi fermi (Chardonnay) e frizzanti (Riesling e Trebiano), con nomi che si legano alla terra e alla tradizione di famiglia, come il Tigalè (dal dialetto “ce l'hai”, l'antico gioco per bambini) e il Damatrà (sempre dal dialetto, “dammi retta”). Una produzione di circa 200 ettolitri, tredicimila le bottiglie che escono dalla sua cantina, mentre il resto viene venduto sfuso. “Non so se ce l'avrei fatta ad iniziare da solo – spiega ancora Stefano -, la cantina era stata completamente ristrutturata nel 2000 e quindi i macchinari necessari c'erano già. E' questo che mi ha convinto: non avevo bisogno di un grande investimento iniziale e la responsabilità non mi spaventava”. Stefano è certo della sua scelta. “Non cambierei mai posto di lavoro con un impiegato di banca da 4mila euro al mese – assicura convinto -: la libertà di lavorare nei campi, a contatto con la natura e in piena autonomia è una sensazione a cui non si può dare un valore. E poi c'è anche la sfida di potercela fare, perchè i rischi sono tanti cosi come la soddisfazione”. Una sola cosa potrebbe fargli cambiare idea: “una vincita al Lotto”. Ma non c'è pericolo che la produzione si fermi per questa fortuita possibilità. Stefano, al Lotto, non gioca neppure.
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