Le Marchesine

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  • Passirano (Brescia)
  • Lombardia
  • Via Vallosa 31
Foto azienda
  • Dati di produzione e vendita
  • Anno di fondazione: 1985
  • Superficie vitata: 40.00 ha
  • Bottiglie prodotte: 300000
  • Vendita diretta: Si
  • Reperibilità dei prodotti: N/A
  • Export: N/A
  • Contatti e Ospitalità
  • Referente: N/A
  • Visite in azienda: Si
  • Lingue parlate: N/A
Una piccola ma validissima azienda agricola, Le Marchesine, e la denominazione al diminutivo plurale le si attaglia alla perfezione. I Biatta, che la possiedono, appartengono a una famiglia di antichissime origini bresciane che risalgono fino al 1196: l'hanno acquistata nel 1985, ma è da almeno quattro generazioni che operano nel mondo del vino.

Nella Bassa Bresciana il bisnonno Camillo svolgeva quell'attività che in Francia chiamano di négociant èleveur, attività proseguita dal nonno Vittorio e poi da Giovanni, che però nel 1980 si è spostato in Franciacorta e qualche anno dopo ha comprato la cascina, trasformandosi in produttore, con l'aiuto del figlio Loris e della nipote Alice.

L'azienda dispone di 27 ettari di vigneto tra affitto e proprietà, iscritti agli albi delle Doc e Docg. La maggior parte delle viti è allevata a Guyot con 3.500-3.600 ceppi per ettaro, il resto a Sylvoz con una densità leggermente minore, di 3.200 ceppi.

Giovanni Biatta, che cura la vinificazione, ne ricava circa 220 mila bottiglie l'anno: 85-90 mila di Franciacorta Brut e Non Dosato e 15 mila di Rosé, 15 mila di Franciacorta Satèn, cui si affiancano 15 mila bottiglie di Terre di Franciacorta bianco, 25 mila Terre di Franciacorta di rosso, 5 mila di Cabernet Sauvignon "Alice" e 2 mila di Pinot Nero "Il Podere".

La gamma comprende anche il Franciacorta millesimato, che però viene prodotto esclusivamente nelle grandi annate (1990, '93, '95, '97) e una grappa di Chardonnay.
La cantina, installata in un fabbricato fuori terra, è mantenuta a temperatura ottimale da un gruppo frigorifero di grandi dimensioni ed è dotata degli impianti e delle attrezzature più avanzati. Perfino le operazioni di remuage sono automatizzate.

"Per ottenere il massimo della qualità abbiamo investito molto in tecnologia", spiega Loris Biatta. "Per un semplice motivo: più tecnologia si usa, minori sono i costi. Col mestiere che faccio so quant'è importante il prezzo anche nel mercato dei prodotti di pregio: il nostro obiettivo è perciò di essere più competitivi delle aziende che compiono ancora lavorazioni a mano". Questa impostazione, dice, è mutuata dalle esperienze più riuscite della Champagne, dove si reca spesso. Vi è di casa anche suo padre, che conosce molto bene i più famosi enologi specializzati nel vino con le bollicine, ed è grazie alla loro amichevole consulenza che senza essere enotecnico se la cava così bene sia in vigneto sia in cantina.

I fermenti per la spumantizzazione, per esempio, è arrivato a selezionarli lui stesso in casa. E il risultato è talmente azzeccato che il suo Brut, morbido, fresco, vivace, dal finissimo perlage, è richiesto anche in Germania, in Belgio, in Eritrea, in Canada e negli Stati Uniti. Ma la soddisfazione più grossa è che lo apprezzano perfino in Francia.
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