- Dati di produzione e vendita
- Anno di fondazione: N/A
- Superficie vitata: N/A
- Bottiglie prodotte: N/A
- Vendita diretta: No
- Reperibilità dei prodotti: N/A
- Export: N/A
- Contatti e Ospitalità
- Referente: N/A
- Visite in azienda: Si
- Lingue parlate: N/A
Sopra e sotto la stessa collina che conduce per mano anche lo sguardo, Vittorio Moretti ha riunito la casa, la prima vigna, la cantina, un grande albergo, il ristorante di Gualtiero Marchesi, l’Espace Vitalité di Henri Chenot e gli uffici della holding Terra Moretti. Modellato sarebbe meglio dire come si fa con la creta, ma forse l’immagine esatta è quella di un alveare. Un mondo che ha il suo vero controvalore proprio in questa terra, la Franciacorta, buona per fare vino e piacevole per viverci. Un pugno di colline, strette tra il lago d’Iseo e la pianura bresciana, dove l’equilibrio del paesaggio, le sue linee mai brusche, ne sottolineano l’unicità. Unicità che può essere preservata solo attraverso la cura del dettaglio e una grande immaginazione. Con queste due risorse a disposizione, la dedizione indispensabile per seguire la vigna diventa facile, naturale.
Così è stato per chi cullava nel cuore il ritorno alla terra. Oggi, se queste bollicine sono in grado di competere con gli champagne è perché il lungo lavoro in cantina si è posto come obiettivo di ottenere un “gusto assoluto”, quella perfezione desiderata che nasce dalla lungimiranza del fare e rifare, incrociando i dati delle precedenti vendemmie, affidandosi alle pratiche manuali, calibrando al massimo gli assemblaggi. L’obiettivo è di conquistare, ogni giorno, il massimo della qualità oggettiva, tarata su un gusto, un carattere, una personalità immediatamente riconoscibili. Anche per questo Bellavista è diventato un premio letterario.
190 ettari dislocati in dieci comuni della Franciacorta per un totale di 107 appezzamenti di terreno che equivalgono a centosette vigne, studiate, amate e riconosciute per nome. Insieme producono 1.300.000 bottiglie.
Molto, se non tutto, dipende dalle mani: mani che vendemmiano, mani che effettuano il remuage, ruotando la bottiglia di un 1/8 di giro per 4 settimane, mani che effettuano la sboccatura della Riserva Vittorio Moretti.
Non un’unica vendemmia ma vendemmie separate a seconda dell’esposizione del vigneto. Ogni carico di pigiatura viene pressato cinque volte per ottenere altrettanti frazionamenti di mosto. Solo le prime tre pigiature sono utilizzate per produrre i Franciacorta. E poi 1.200 piecès, piccole botti da 228 litri, per la fermentazione dei mosti: le più giovani hanno 7 anni, le più vecchie oltre venti. Ogni anno, Bellavista dispone in cantina di circa 100 selezioni, la materia prima da cui partire per creare le grandi cuvée.
Infine, un luogo un po’ speciale con una storia lunga cinque secoli, sulle pendici di Monte Orfano, tra la Franciacorta e la pianura bresciana. Qui si trova una vigna antica, ai piedi del convento, che oggi, seguendo la tradizione, dà vita a uno Chardonnay in purezza, il Convento Ss. Annunciata. La fermentazione del mosto avviene in piccole botti per 12 mesi e il vino, imbottigliato la seconda primavera dopo la vendemmia, riposa ancora per un anno in bottiglia. Non sono tantissimi i vini che come questo riescano a dire l’essenza di un luogo, restituendo tempo e paesaggio attraverso delle sensazioni. Qui, sulle pendici di una collina dalla forma allungata dove ha trovato spazio una flora mediterranea.