Mastroberardino

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  • Atripalda (Avellino)
  • Campania
  • via Manfredi 75/81
Foto azienda
  • Dati di produzione e vendita
  • Anno di fondazione: 1878
  • Superficie vitata: 300.00 ha
  • Bottiglie prodotte: 2400000
  • Vendita diretta: Si
  • Reperibilità dei prodotti: N/A
  • Export: N/A
  • Contatti e Ospitalità
  • Referente: N/A
  • Visite in azienda: Si
  • Lingue parlate: Italiano
Il vino non è un mondo semplice, è un mondo di valori sedimentati, con il quale generazioni si cimentano apprendendo e fornendo a propria volta contributi...
Il vino non è un mondo semplice, è un mondo di valori sedimentati, con il quale generazioni si cimentano apprendendo e fornendo a propria volta contributi. È un patrimonio che si accresce lentamente, con fatica, facendo tesoro di errori, difficoltà, scegliendo possibilmente sempre la via maestra, che quasi mai coincide con la più breve. È saper attendere gli eventi con una visione di ampio respiro, senza cedere alle lusinghe del risultato immediato, influenzando con il proprio agire il quotidiano ma rispettando la coerenza del disegno superiore. È tutto questo e tanto ancora, grande, sconfinato, che induce gli esponenti di famiglia Mastroberardino a percepire se stessi come interpreti che ricevono un testimone per ritrasmetterlo a propria volta e, in tale consapevolezza, stimano il proprio ruolo come tappa di un percorso armonico, in cui tutto e parti si fondono insieme, inscindibilmente, in ossequio al messaggio culturale che questa lunga storia incorpora e tramanda ....
Gli esponenti della famiglia Mastroberardino che si sono succeduti di tempo in tempo alla guida dell'azienda si sono identificati in un valore forte e basilare, che ha ispirato le scelte plasmando e colmando di significati una storia: la lealtà verso il proprio territorio, le origini, l'ambiente naturale e quello sociale, a tutela di un'identità culturale. La coerenza nei confronti di questo paradigma ha condotto in modo naturale la famiglia a svolgere un ruolo pionieristico nella difesa e valorizzazione, in purezza, del culto degli autoctoni, della viticoltura nativa, del Fiano, del Greco, dell'Aglianico, giungendo all'inversione di tendenza, ovvero consentendo a tali varietà, coltivate nell'ultimo secolo in territori circoscritti, di divenire interessanti al punto tale da essere importate e impiantate in nuovi e diversi contesti geografici.
Una cantina antica, secolare, che dà il senso di accoglienza tipico del focolare, vissuta come simbolo di radicamento dei valori familiari. Meta di visitatori provenienti da ogni parte del mondo, è divenuta una pinacoteca, in seguito alla realizzazione di dipinti che ornano le cupole situate nelle grotte di invecchiamento ed affinamento ad opera di artisti come Raffaele De Rosa, Maria Micozzi, Doina Botez. Ambienti di lavoro e di contemplazione, caratterizzati da una sobrietà raffinata e discreta, che richiama alla mente sensazioni ormai sopite: il tempo rallenta, bandisce i rumori superflui; i preziosi, custoditi con serenità sapiente, riposano e temprano la propria personalità fino al momento in cui dovranno confrontarsi con l'esterno, portando con sé il patrimonio di sensazioni accumulate nel lungo periodo di gestazione. Dovranno recare un messaggio, quei preziosi, un messaggio antico e forte, che rifugge compromessi e superficialità: il messaggio del vino, sangue della terra.
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