- Dati di produzione e vendita
- Anno di fondazione: 1998
- Superficie vitata: 29.00 ha
- Bottiglie prodotte: 260000
- Vendita diretta: Si
- Reperibilità dei prodotti: Internazionale
- Export: Altri paesi europei, America settentrionale, Unione Europea
- Contatti e Ospitalità
- Referente: Gerardo Giuratrabocchetti
- Visite in azienda: Si
- Lingue parlate: Inglese
L’AZIENDA
La passione per la viticoltura è antica nella famiglia Giuratrabocchetti e si tramanda da generazioni.
E’ da questa tradizione che nasce, nel 1998, l’azienda Cantine del Notaio, quando Gerardo Giuratrabocchetti, laureato in Scienze Agrarie, raccoglie, con la moglie Marcella, la sfida di valorizzare l’Aglianico del Vulture coltivato nelle proprie vigne, unendo tradizione, innovazione, storia e cultura del territorio.
Con il Professor Luigi Moio, ordinario di Enologia presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II”, si approfondisce la ricerca sulle potenzialità enologiche di questo vitigno, il più importante del Sud Italia, austero e generoso al tempo stesso e capace di regalare vini dalla straordinaria personalità.
LE GROTTE E IL FACìLE.
Una parte importante del progetto è anche nella valorizzazione delle tradizioni culturali del territorio, a partire dal recupero delle antiche grotte, risalenti al 1600 ed utilizzate dai Padri Francescani.
Questi antri naturali, scavati nel tufo vulcanico, grazie ad un perfetto e naturale equilibrio di temperatura, umidità costante e ventilazione, garantiscono condizioni eccezionali di affinamento del vino, che vi riposa all’interno di barriques di rovere francese.
Tutte collegate tra loro, le grotte si sviluppano nel sottosuolo del paese creando un percorso sotterraneo di grande suggestione e si irradiano da una piccola e deliziosa piazzetta, chiamata Facìle, tipica dell’architettura locale. Il Facìle, con la sua caratteristica forma a ferro di cavallo conseguente allo scavo delle grotte nel tufo, raccoglieva le acque piovane: era di fatto una specie di conca, una sorta di “bacìle”, termine da cui deriverebbe, per l’appunto, l’espressione dialettale “Facìle”.
Nelle grotte, un presepe permanente e animato rappresenta il percorso del vino che è, al tempo stesso, un percorso fisico ma anche spirituale, riproponendo i mestieri antichi legati a questo mondo ricco di valori e tradizioni.
IL TERRITORIO
La Basilicata è una piccola e incontaminata regione nel cuore verde del Sud Italia.
Il Vulture,il maestoso vulcano spento che nutre sulle sue pendici vigne di aglianico e ulivi secolari, è il custode di un territorio ricco di storia, arte, ricchezze naturali e paesaggistiche, di tradizioni eno-gastromiche e di grandi ospitalità.
Tra le orme dell’ordine dei Templari che in Basilicata sembra ebbe il suo fondatore e i castelli degli imperatori Svevi, tra le vestigia dei Romani e dei Greci, questa terra, culla delle più antiche civiltà, regala anche grandi e luminosi orizzonti che conquistano i visitatori che vogliano trovare percorsi inesplorati e ancora poco noti, ma pieni di suggestioni e autenticità.
Il VITIGNO E I VIGNETI
L’Aglianico è un vitigno noto fin dai tempi dell’antica Grecia.
Cantato dal poeta latino Orazio, è coltivato sulle pendici del vulcano Monte Vùlture, che è all’origine di quei fattori naturali che determinano la tipica composizione e maturazione di queste uve. Infatti, grazie alla natura vulcanica dei terreni, fertili e ricchi di particolari elementi minerali, alla presenza in profondità di strati tufacei che funzionano da riserva di acqua nei periodi più siccitosi dell’anno (quello che i contadini del posto chiamano “il tufo che allatta”) ed al microclima del tutto particolare, i grappoli, attentamente selezionati e sapientemente lavorati, permettono di ottenere un vino forte, con spiccata personalità, prezioso nel colore rubino e dai profumi complessi.
Per questo l’azienda ha dedicato particolare attenzione alla scelta dei vigneti.
I 26 ettari di proprietà sono distribuiti nelle contrade più tipiche e più rinomate dell’area del Vulture (Rionero, Barile, Ripacandida, Maschito e Ginestra) con alcune vigne vecchie di oltre cento anni.
Tutti terreni che, pur avendo natura diversa (sabbiosi, pozzolanici, di medio impasto e argillosi), hanno in comune lo strato di tufo vulcanico ed una esposizione pedoclimatica che consente la perfetta maturazione di questo che è uno dei vitigni più tardivi per epoca di raccolta (da metà ottobre a metà novembre).
LA SPERIMENTAZIONE
Le tecniche di coltivazione si ispirano a criteri biologici e biodinamici, atti a potenziare l’accumulo di riserva idrica, nonché il contenuto di sostanza organica.
Gerardo Giuratrabocchetti ha fatto suo, della biodinamica, l’approccio scientifico indirizzato al rispetto della vita della pianta, dell’ambiente circostante e della “vitalità” naturale ed intrinseca del terreno.
La forte vocazione alla ricerca, alla valorizzazione delle tradizioni e alla sperimentazione ha dato vita anche ad un progetto di grande interesse con la scoperta e la coltivazione di altri 40 vitigni storicamente coltivati, in un’opera di recupero del germoplasma lucano, in collaborazione con le strutture operative della Regione Basilicata (A.L.S.I.A. Agenzia Lucana per lo Sviluppo in Agricoltura) e di Istituti di Ricerca e Universitari. L’azienda è certificata per la Qualità e per l’Ambiente, secondo le norme UNI EN ISO 9001 e UNI EN ISO 14001.