Il successo
dell’evento è stato assicurato dalla presenza di numerose cantine
produttrici di questo particolare vino dolce che, a quanto emerso
dalle testimonianze dei produttori presenti, sarebbe in calo
produttivo. Causa di questo non sarebbe la crisi del mercato che,
anzi, in base ai dati sulle vendite del 2004 conferma il prodotto
toscano in crescita insieme ai passiti.
«Il Vinsanto – ha espresso Luigi Mainetti,
Coldiretti – è come un parto,
ma un parto all’antica che fino al momento della nascita non si può
prevedere quale sarà il risultato». Questa alla fine è risultata la
frase più significativa dell’incontro, quella che meglio sintetizza
lo spirito di chi produce il Vinsanto. Proprio
questa incertezza sulla qualità del prodotto sarebbe uno dei
principali motivi per cui la bevanda toscana avrebbe perso in
produttività, ovvero lo scarso livello di convenienza per
le aziende produttrici.
Più di 45 ospiti hanno preso parte alla giornata dedicata al vino
dolce per eccellenza degustando il prodotto direttamente dai
caratelli. Incertezza sul futuro della produzione che, secondo molti
degli esperti di settore costerebbe molto, in quantitativi di
prodotto, alle cantine.
Tre annate sono state degustate con l’accompagnamento tecnico dei
sommelier della
Fisar. Al termine dei lavori la
convinzione comune è risultata quella che il Vinsanto rappresenta
per i territori di origine un elemento fondamentale per la
conservazione della tradizione non solo agricola, ma anche culturale
e sociale.
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Alessandro Maurilli
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