25.10.2004 | Eventi

''Terra Madre'': una grande lezione di vita

Terra Madre, “una grande lezione di vita”, come ha detto Carlin Petrini, espressa dai partecipanti che hanno costituito dal 20 al 23 ottobre a Torino le Nazioni Unite del cibo, un’organizzazione che ha come confini il mondo e che si è ritrovata per discutere, confrontarsi, collaborare nel desiderio di realizzare un progetto nobile, la sopravvivenza delle culture attraverso l’esistenza della diversità, della biodiversità delle materie prime, i frutti della Terra.

Partecipare a Terra Madre è stata per tutti un’esperienza esaltante, nella consapevolezza di avviare a Torino un volano virtuoso che dovrà portare ad un rispetto sempre maggiore per la nostra “Terra Madre”. Un evento unico cui dovranno seguire altri momenti, l’ouverture, per usare una metafora musicale citata da Petrini, cui seguirà l’opera composta dai produttori in tutto il mondo, i veri protagonisti e custodi del patrimonio della civiltà.

Colori, i colori degli abiti, dei cibi, gli aromi, delle terre rappresentate, di tutti i delegati che schierati dietro al palco degli oratori, nel momento della cerimonia di chiusura, hanno dato ancora una volta un grande esempio di forza e dignità.”

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La prossima volta” ha affermato Petrini “ci saranno anche tutti cuochi del mondo che devono dire prima di tutti grazie a voi prima che ai loro clienti, perché senza di voi, loro non potrebbero esistere”.

Il palazzo del Lavoro di Torino per quattro giorni si è trasformato in una kermesse d’incontri, un elenco lunghissimo, dove non ci sono stati scontri ma confronti, dialoghi e non volontà di prevaricazione, scambi utili a migliorare. “Noi tutti abbiamo una relazione spirituale con il cibo”, ha detto Winona LaDuke, discendente dai nativi americani, volto deciso e penetrante, segnato dalle lotte per la difesa dei diritti di chi era su quelle terre molto prima dell’arrivo dei coloni. Un rapporto duro ma essenziale, frutto di sacrifici. La qualità di un prodotto si misura anche sul livello di vita ci chi ha lavorato per farlo arrivare sulle tavole dei consumatori.

Le comunità del cibo si sono incontrate ed hanno scambiato esperienze. Ognuna di esse ha dato qualcosa ad un’altra e da questa ha ricevuto. Un’agricoltura alternativa rispetto a quella di stampo industriale che è concentrata solo sulla quantità e sui profitti. La risorsa delle piccole o grandi comunità rurali o da singoli produttori, da commercianti e distributori, da formatori e da consumatori sensibilizzati e disponibili. La gastronomia non deve esser privilegio di pochi perché è patrimonio di tutti, in questo senso il messaggio che è uscito da “Terra Madre”, suona come un monito e progetto di un sogno, un seme che dovrà portare a far crescere sempre più queste convinzioni in tutti.

Paolo d'Abramo
Responsabile scientifico
Enologia e Viticoltura

Vinit.net
dabramo@vinit.net
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