24.10.2001 | Cultura e Tradizioni

Winefestival, l'esaltazione del gusto

I migliori vini mondiali accompagnati dalla gastronomia italiana.

MERANO. Oltre duecentocinquanta cantine (con circa 800 etichette), due consorzi (del Brunello e del Valpolicella) e 56 aziende della gastronomia più raffinata: tutto questo, ed altro ancora, sarà la decima edizione del Winefestival che andrà in scena al Kurhaus dal 10 al 12 novembre.
La raffinata rassegna curata con crescente fortuna dal Gourmet's International sarà la risultanza di un lavoro di mesi nel corso dei quali sono stati selezionati circa 2500 prodotti di 700 aziende diverse. «La grande novità - commenta Helmut Köcher, che della prestigiosa manifestazione è il factotum - verrà dai prodotti realizzati con vigneti autoctoni». Ed in questo campo sembra essere la Puglia la regione più impegnata e accreditata dei migliori risultati. «Nei prossimi anni - prosegue Köcher - saranno proprio questi vini, sinora sciaguratamente trascurati - fare le fortune dell'Italia enologica. La quantità di vigneti autoctoni, circa 350, esistenti sul territorio è la maggiore al mondo e rappresenta quindi un patrimonio inestimabile». Dei nomi da annotarsi subito? Il "Pecorino" prodotto in Abruzzo da Cataldi Madonna, oppure il Negroamaro (sì, proprio lui, il vino pugliese tanto usato per i famosi "tagli") in purezza.
Ma veniamo alle cifre del prossimo Winefestival: oltre alla sezione dei "Migliori cento", saranno presenti 91 aziende della categoria "emergenti", 42 "internazionali", 26 chateau francesi e due consorzi (del Brunello e del Valpolicella). Saranno suddivisi territorialmente e non più per categoria di appartenenza nel Kursaal e nelle altre sale del Kurhaus. Raddoppiata rispetto al passato sarà la presenza della gastronomia, con ben 56 aziende in rappresentanza del meglio del meglio in fatto di salumi, formaggi, olio d'oliva, marmellate e caffè.
Una rassegna a tema sarà contemporaneamente ospitata anche all'Esplanade: si tratta dei 39 "emergenti" provenienti dalla Toscana. «Una decisione che non vuole essere un allargamento - spiega ancora Köcher - bensì un tentativo di valorizzare uno degli aspetti del Winefestival. Se la risposta sarà quella che speriamo, l'anno prossimo potrebbe toccare ai piemontesi, poi ai friulani e via dicendo».
Discorso a parte meritano i seminari, da quello di Veronelli dedicato al "Principe Ludovisi", una piccola azienda laziale che neppure dispone di una struttura marketing e che il proprio vino lo vende solo al castello, al "Vino della pace", alle degustazioni dei migliori chateau francesi. Da far girare la testa.

FONTE: ALTO ADIGE

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