11.06.2005 | Eventi

Vitigno Italia: Napoli capitale del vino

Con un indiscutibile successo, così si è chiuso Vitigno Italia, 1° salone dei vini da vitigno autoctono e tradizionale italiano. La manifestazione è già diventata, alla sua prima edizione, il luogo più appropriato dove fare fiorire scambi culturali-economici-commerciali di grande rilievo.

Più di 300 espositori di 18 regioni italiane hanno avuto l'opportunità di incontrare circa 100 buyers provenienti da una ventina di paesi stranieri; questi ultimi hanno potuto assaggiare e conoscere meglio i nostri vini autoctoni, col risultato di un saldo attivo pari, a fine manifestazione, ad un'intera partita di acquisto che supera il milione di bottiglie e circa 7.500 ettolitri di vino made in Italy che varcheranno i confini nazionali, per un fatturato stimato di quasi 4 milioni e mezzo di euro.

Per rendersi conto dell'importanza commerciale dell'evento, basta segnalare che la media di contatti-acquisto andati a buon fine durante la manifestazione, è di circa quattro aziende selezionate per ogni importatore presente. Diversi i produttori che hanno effettuato contratti di altissimo livello, sia verso mercati ormai consolidati che verso quelli emergenti, come Europa orientale e medio ed estremo oriente.

Alla luce di ciò e dei circa cinquemila ingressi di eno-appassionati durante tutto l'arco della manifestazione, il presidente di Vitigno Italia, Chicco de Pasquale, ha potuto giustamente affermare che si è “raggiunto l’obiettivo prefissato ...evidenziare le potenzialità dei vini da vitigno autoctono e tradizionale italiano. I numeri del salone ci danno tranquillità e fiducia per il futuro e soprattutto ci indicano che la strada intrapresa è valida ed interessa i mercati esteri”.

Dal punto di vista culturale poi, si è voluta proporre e rendere manifesta al grande pubblico la valorizzazione delle produzioni autoctone italiane che, come ha ricordato Vito Amendolara, vice presidente della Camera di Commercio, sono “350 vitigni autoctoni nazionali e proprio la Campania ne identifica circa 100”. Per questo motivo si è scelta Napoli, che grazie all'impegno delle sue istituzioni locali e degli investimenti fatti da esse, rimarrà sede della manifestazione anche per gli anni a venire. Il capoluogo campano è stato scelto anche perchè, sempre secondo Amendolara, “questo Salone può fungere da catalizzatore per il sistema produttivo dell’intero Mezzogiorno, ma anche per le realtà vitivinicole del nord che al sud hanno ancora un mercato fertile”.

Ma Napoli anche grazie all'impegno profuso da Franco Continisio, direttore tecnico di Vitigno Italia e delegato dell’AIS per la nostra città, al quale si deve, inoltre, l'intelligente soluzione adottata per la logistica degli stands, organizzati secondo un percorso geografico, da Nord a Sud, poichè, secondo Continisio stesso, si è voluto proporre “il prodotto Italia per la sua diversità... da nord a sud o viceversa... il percorso geografico è stato ideato per sottolineare le diversità geografiche, storiche e culturali”. Sempre in quest'ottica, recupero della diversità e rifiuto dell'appiattimento sul gusto internazionale, De Pasquale ha introdotto la definizione di Vitigno Storico in luogo di Vitigno Autoctono, “perchè storico vuol dire radicato nel territorio, nella storia e nella cultura di quel territorio”.

In quest'ottica sono stati organizzati, e si sono distinti per l'alta qualità dei contenuti, gli stands dell'AIS e di Slow Food, che hanno proprosto i laboratori del gusto, vere e proprie lezioni dirette ad un pubblico variegato, durante le quali i relatori, con approccio semplice ed appassionato, hanno offerto ai visitatori la chiave di lettura e gli strumenti giusti per poter apprezzare i vini e gli abbinamenti di volta in volta proposti. Rimasti colpiti da tali seminari, ci piace citare il nome di Magda Garufi, Antonella Bevilacqua ed Isidoro Volpe, dell'AIS, particolarmente apprezzati dall'autore di quest'articolo, che auspica un incremento nell'offerta di laboratori e seminari per la prossima edizione.

Altra occasione di approfondimento culturale è stata l'elezione del “Vino Autoctono Perfetto”, concorso che ha coinvolto circa 200 vitigni, poi ridotti a 34 da una giuria AIS e che, infine, ha visto prevalere il Montepulciano Tenuta Coppadoro Radicosa ’02, fra i rossi e l'Umani Ronchi Plenio Verdicchio Riserva ‘01, fra i bianchi. A questo punto non possiamo che lasciare il lettore proiettandolo nell'edizione dell'anno prossimo che, proprio per favorire gli operatori di settore, si svolgerà con l’inclusione del lunedì, giornata per antonomasia di riposo per il settore, e sarà anticipata al mese di maggio. In proposito è ancora De Pasquale a chiarirci quale sarà la linea guida: “Per l’edizione del prossimo anno incrementeremo ulteriormente il numero degli importatori stranieri e coinvolgeremo ancora di più gli operatori italiani”.

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I vini da segnalare

CAMPANIA
Pietra Incatenata 2003 Maffini Luigi (Fiano)
È un vino che probabilmente non necessita di particolari commenti data la notorietà raggiunta in questi ultimi anni. Per noi è il miglior bianco prodotto in Campania. Sia all’olfatto che al palato presenta caratteristiche originali che lo rendono unico nel suo genere.

Kerres 2003 I Pentri (Piedirosso)
Forti sentori di ciliegia all’esame olfattivo. Gusto armonioso. Moderatamente astringente. È davvero un buon vino e con un buon rapporto qualità prezzo.

Flora 2003 I Pentri (Falanghina)
Complessità di frutta esotica all’olfatto. Dolce e fresca al palato. Ha un perfetto equilibrio tra dolcezza ed acidità. È sicuramente una delle migliori falanghine prodotte in Campania. Eccellente rapporto qualità-prezzo.

Falanghina 2004 Villa Raiano
Forti ed intensi i profumi floreali e di frutta. Mantiene la stessa intensità al palato. È anch’essa una delle migliori falanghine della Campania. Eccellente rapporto qualità-prezzo.

Ischia Biancolella Frassitelli 2003 D’Ambra Vini d’Ischia
All’olfatto colpisce con fresche note di agrumi e al palato si presenta al contempo dolce e gradevolmente acido.

Asprinio d’Aversa I Borboni
Evidenti sentori di miele all’olfatto. Frutta esotica al palato. Moderatamente aspro nel finale. Per noi è il migliore nel suo genere.

Coda di Volpe 2004 Cantine Mattei
Questo bianco ci ha colpito per l’originalità dei sentori all’olfatto: noi abbiamo riscontrato un netto e forte profumo di yogurt di pera e banana. Più semplice al palato.

SICILIA
Nerobufaleffj 2001 I Gulfi (Nero d’Avola)
È sicuramente il nero d’Avola che abbiamo preferito: è un vino con un equilibrio davvero raro, con note di frutta rossa all’olfatto, un gusto complesso ed armonioso, tannini morbidi ed un finale lungo. Buono il rapporto qualità-prezzo.

Nume 2001 Cottanera-Cambria (Cabernet)
È un vino prodotto con uve di Cabernet Sauvignon (85%) e Cabernet Franc (15%) Ha forti profumi di frutti di bosco e al palato si rivela energico, con elementi dolci e persistente nel finale.

LAZIO
Pomele 2004 Falesco (Aleatico)
Sentori di rosa, amarena e ciliegia all’olfatto. Gusto dolce, e moderatamente astringente. È proprio quest’ultimo carattere che rende eccellente l’abbinamento con dolci a base di crema e frutta, come provato in uno dei vari laboratori organizzati nel corso della manifestazione. Buono il rapporto qualità-prezzo.

FRIULI VENEZIA GIULIA
Collio Tocai 2004 Schioppetto Mario
È in assoluto uno dei migliori bianchi degustati. Una perfetta armonia di elementi dolci e minerali. Persistente nel finale. Va sicuramente atteso ancora qualche mese per esprimersi al meglio. Eccellente rapporto qualità-prezzo.

FONTE: Campaniasuweb

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