“Il futuro del vino italiano dopo l’11 settembre” è il titolo del forum di Asti, 1 febbraio 2002 alle ore 10.30 presso il Centro Congressi, ex Chiesa di San Giuseppe, in piazza San Giuseppe. |
L’iniziativa è organizzata dal Comune di Asti in collaborazione con l’Associazione nazionale Città del Vino. L’intento è di riflettere assieme al mondo della produzione sui riflessi che anche a lungo termine potrà avere un evento come quello che ha colpito gli Stati Uniti anche per il mondo del vino.
Relativamente al turismo, per i tour operator italiani e per le agenzie di viaggio, sia quelle operanti in incoming, sia quelle specializzate in outgoing, l’11 settembre ha segnato un crollo degli arrivi e delle partenze. Nel migliore dei casi una sospensione dei viaggi a stagioni considerate più sicure. Gli agenti di viaggio hanno, infatti, offerto la possibilità di rimandare i tour all’estate successiva. Da imputare, dicono alcuni, il terrorismo informativo dei mass-media, che hanno divulgato panico rispetto al resto d’Europa. La caduta delle torri, infatti, ha danneggiato molto meno le prenotazioni turistiche laddove non è stato enfatizzato l’evento.
Mentre Inghilterra, Germania e Francia hanno registrato un lieve calo delle prenotazioni, con una percentuale che non ha oltrepassato il 15 %, l’Italia ha subito un duro colpo, pari anche al 90%, delle prenotazioni in entrata ed uscita per il mese di ottobre. Intaccata la parte conclusiva della stagione estiva, gli agenti di viaggio hanno confidato nelle vacanze natalizie che hanno disatteso le attese per l’outgoing.
E’ rimasto invece confermato l’interesse per il turismo rurale, in tutte le sue tipologie, enogastronomico, equestre, naturalistico-ambientale e montano. In particolar modo l’area enogastronomia non ha registrato un cambio comportamentale della domanda. Agriturismi, bed & breakfast e case vacanze hanno visto il tutto esaurito nel mese di dicembre. Ripresa e fermento per il nuovo anno. In questi giorni il calo degli arrivi dagli Stati Uniti è compensato dal movimento del mercato europeo e italiano.
Nessun calo negli ordinativi del vino dopo l’11 settembre e soltanto alcuni timori ad ampio raggio ben definibili e marginali nel settore vitivinicolo. E’ quanto emerge da una parziale indagine condotta coinvolgendo alcune tra le più importanti aziende vitivinicole d’Italia. Dalle piemontesi Brezza e Pio Cesare (Langhe) alle lombarde Cà del Bosco e Uberti (Franciacorta), passando per la trentina Ferrari e le toscane Col d’Orcia (Brunello di Montalcino) e Ricasoli (Chianti Classico) fino alla siciliana Donnafugata, non è stato alcun dato particolarmente negativo.
La quantità di ordini del vino sono rimasti per lo più gli stessi, anche se con meno entusiasmo (Col d’Orcia) rispetto al 2000. Non sono state registrate richieste di posticipo nei pagamenti e/o nelle consegne mentre si è registrato un prevedibile calo della presenza di americani (Donnafugata) nelle visite alle cantine.
Paolo d'Abramo
VINit.net