28.05.2004 | Vino e dintorni

Vino e Salute: il bilancio della rassegna chiusa a Trapani

Si è chiusa con il prestigioso wine tasting di 34 vini siciliani condotto da Luca Maroni alla presenza di 300 giornalisti, operatori economici ed ospiti la sesta edizione di ''Vino e Salute'' e primo Expo Wine Sicily, la rassegna internazionale che si è svolta al Palavetro dello scalo aeroportuale di Trapani-Birgi. Tremila visitatori, 80 aziende vitivinicole regionali presenti con uno stand all'interno del primo Expo Wine Sicily e 50 operatori stranieri.

“Un bilancio sicuramente positivo – commenta Giulia Adamo, presidente della Provincia di Trapani, che ha organizzato la rassegna - che conferma il ruolo cardine della Provincia di Trapani, la più vitata d’Europa, nel settore vitivinicolo: un comparto che ci regala grandi soddisfazioni internazionali e che sta contribuendo a diffondere un’immagine della Sicilia in continua ascesa”.

Un comparto, quello del vino, che sta registrando un vero e proprio boom. Ne ha parlato Luca Maroni, opininon leader, analista sensoriale di fama mondiale e autore della famosa Guida ai vini d'Italia ''il cui modello di sviluppo deve essere esportato in altri comparti. La qualità dei vini siciliani è aumentata moltissimo in un buon rapporto con il prezzo. Gli imprenditori, adesso molto più numerosi, hanno investito molto ma stentano ancora a fare sistema”.

Nell’ultima giornata della rassegna si è parlato di tracciabilità dei vini. A partire dal gennaio 2005 entrerà in vigore la legge nazionale n.178 del 2002 secondo la quale anche i vini da tavola dovranno contenere nelle etichette le informazioni obbligatorie per consentirne la tracciabilità.

''Considerato che la legge consente il melange dei vini - ha spiegato Salvatore D'Agostino, enologo e dirigente dell'Istituto regionale della Vite e del Vino - ovvero la mescita di vini stranieri con vini italiani, è importante che il consumatore sia informato su ciò che beve per seguire a ritroso il percorso compiuto da quella bevanda: la vinificazione, la trasformazione, la fermentazione, il trattamento e la distribuzione del vino.

Succede per le carni, dopo la sindrome della Mucca pazza – ha aggiunto - per i vini certificati e per molti prodotti agroalimentari. Era la volta adesso dei vini da tavola. Il consumatore deve sapere se quello che beve e' vino italiano o ad esempio una miscela di vino siciliano e tunisino o marocchino.''

Bere è una questione di testa. La forma del bicchiere, il contesto di degustazione, i ricordi che evoca sono alcuni dei fattori che determinano le sensazioni che proviamo bevendo del buon vino.

''Quando beviamo del vino si attivano particolari recettori cerebrali - ha spiegato il professore Pietro Petrini, dell'Università di Pisa - e scattano i meccanismi analitici del gusto e dell'olfatto oltre che quelle particolari facoltà che presiedono alla creatività e alla passione''. ''Anche l'eventuale musica di sottofondo influenza le preferenze di ciascuno di noi. Recenti esperimenti - ha aggiunto Petrini - hanno dimostrato che la percentuale di vino francese venduto presso i grandi centri commerciali subisce un incremento rilevante se in sottofondo si ascolta musica francese. Lo stesso vale per i vini italiani''.

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