30.01.2002 | Eventi

Vino Italiano e Terre d'Oriente

L'Italia dei vini di qualità sbarca in due capitali del Sol Levante: Seoul e Tokyo. Nell’Hotel Hilton di Seoul si terrà il giorno 4 febbraio 2002 una nuova edizione delle Borse Vini Italiani, iniziativa organizzata dall’Istituto Nazionale Commercio Estero.

All’evento promozionale è prevista la partecipazione di circa quaranta aziende vitivinicole italiane e oltre 700 fra operatori del Trade, importatori, distributori, giornalisti specializzati e wine lovers. Le ditte vinicole italiane avranno l’occasione di presentare i propri prodotti, tessere relazioni commerciali, prendere contatti con questo nuovo mercato.
Obiettivo dell’iniziativa di carattere commerciale promozionale è quello di avviare una fase di penetrazione del vino italiano nel mercato coreano, mercato in cui la presenza del nostro vino risulta sottodimensionata, ma che presenta tuttavia segnali interessanti.
In particolare dopo la brusca battuta d’arresto in occasione della crisi asiatica del 1997 il consumo di vino importato è in crescita. Le importazioni di vino italiano sono in sensibile e costante aumento dal 1999 e nel 2000 hanno raggiunto e superato i valori ante-crisi asiatica attestandosi su 1.847.000 euro (3576 milioni di lire, +25% rispetto al 1999); i dati relativi ai primi nove mesi del 2001 testimoniano peraltro un rallentamento nell’espansione della domanda con una poco soddisfacente variazione percentuale relativa del 2% sullo stesso periodo del 2000. La debole crescita è il risultato di due opposte tendenze: l’accelerazione di vini in bottiglia non-DOC e DOC rossi fino a 13° che hanno fatto registrare incrementi assai interessanti (rispettivamente +62,6% e +40,5%) e la forte flessione di altre categorie (vini 15°-18°: -87,1%; spumanti: –91,1%).
Tali dati esortano a intensificare gli interventi promozionali sul mercato coreano, dove oggi il prevalente consumo delle bevande superalcoliche viene gradualmente abbandonato e sostituito da quello di vino e che per crescente potere d’acquisto presenta delle profittevoli interessanti analogie con il mercato giapponese di una decina d’anni fa.
Nei giorni 6 e 7 febbraio 2002, nell’Hotel New Otani di Tokyo si terrà un'ulteriore edizione delle Borse Vini Italiani.
Cosi come a Seoul, parteciperanno circa quaranta aziende vitivinicole italiane, che nel corso delle due giornate avranno la preziosa opportunità di presentare in degustazione libera i propri prodotti, comunicare la propria immagine, instaurare rapporti commerciali. Tra le iniziative previste nel corso della manifestazione, spicca la IV edizione del concorso per sommeliers professionisti durante il quale i vini italiani saranno protagonisti di degustazioni guidate e seminari tecnici.
Obiettivo dell’evento è quello di consolidare la quota di presenza del vino italiano nel mercato giapponese, rafforzando al tempo stesso il connotato di eccellenza e qualità che contraddistingue il Made in Italy e affascina oggi il consumatore giapponese.
Il Sol Levante si presenta come un mercato maturo, caratterizzato da un forte potere d’acquisto e da una fascia di reddito medio-alta molto estesa; qui le esportazioni del nostro vino sono in crescita sia per volume (nel 2000 318.000 ettolitri, pari a circa 100.710.000 euro - 195 miliardi di lire - con un +11,8% rispetto al 1999), sia per valore per il quale si riscontra un incremento percentuale rispetto al 1999 del 13,3%. I dati relativi ai primi nove mesi del 2001 confermano inoltre un’ulteriore espansione della domanda di vino italiano con un incremento relativo dell’11,74% in valore. Benché il dato vada letto in un contesto più ampio di allargamento dell’import di vini esteri, occorre sottolineare che il vino italiano ha fatto registrare la performance più brillante per quanto attiene allo share di mercato attestandosi su una quota del 15,2%, migliore di altri comparti, deficitari, del nostro export.
Un dato significativo che conferma l’apprezzamento crescente dell’esigente consumatore giapponese nei confronti degli ottimi standard qualitativi dei prodotti italiani, ma che suggerisce di intensificare gli sforzi di marketing per non perdere terreno sugli agguerriti concorrenti tra cui spiccano nuovi paesi produttori emergenti come Stati Uniti e Cile.

Paolo d'Abramo

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