Dall’Osservatorio del Salone del Vino, il centro studi creato da Alfredo Cazzola per monitorare il settore, mostra come il Brunello di Montalcino sia il prodotto più venduto...
La prima indagine congiunturale condotta su 200 enoteche e winebar dall’Osservatorio del Salone del Vino, il centro studi creato da Alfredo Cazzola per monitorare il settore, mostra come il Brunello di Montalcino sia il prodotto più venduto, seguito da Chianti, Barolo e altri piemontesi. Brunello di Montalcino, il più amato dagli italiani. Il vino toscano, che la prestigiosa rivista americana Wine Spectator ha inserito nella lista dei dodici vini più grandi del Novecento, è quello che gli appassionati del "bere bene" comprano di più nel nostro paese. E’ quanto risulta dalla prima indagine congiunturale dell'Osservatorio del Salone del Vino, la struttura di ricerca non profit della Promoter International, che fa da supporto statistico al Salone del Vino che si terrà a Torino a partire da giovedì prossimo.
LOsservatorio ha chiesto a 200 enoteche e winebar italiani di indicare, in ordine di importanza, i vini più venduti in settembre. Un panel particolarmente significativo perché raccoglie le preferenze dei consumatori di fascia alta, dunque estremamente indicativo delle tendenze di un mercato che, dicono le rilevazioni nazionali, si mostra sempre più orientato verso i prodotti di elevata qualità. Un’indagine volutamente circoscritta al segmento top, visto che il questionario riguardava soltanto bottiglie doc e docg. Il risultato? Il 45% delle enoteche ha registrato un sensibile aumento nella vendita di bottiglie nel periodo settembre 2001 rispetto al settembre 2000. E in testa alle preferenze restano i vini rossi (il 60% delle enoteche registra aumenti di vendita di queste bottiglie) mentre i bianchi sono sostanzialmente stabili (il 38% ha avuto incrementi di vendita). Restano invece i rosati, ancora non adeguatamente apprezzati nel nostro paese (l'incremento si è registrato solo nel 18% dei casi).
«Il ruolo di questo Osservatorio è duplice», racconta Alfredo Cazzola, presidente della Promoter International, la holding fieristica più importante d’Europa. E’ lui, l’imprenditore bolognese, l’ideatore di questa iniziativa, che ha preso piede nel momento stesso in cui ha deciso di portare il vino nel tempio delle automobili. Spiega Cazzola: «Da una parte intendiamo fare comunicazione utile in primo luogo ai produttori, in più c’è sembrata una buona occasione per accendere i riflettori una volta al mese su un business che vale 18.000 miliardi all’anno».
«Promoter ha un centro studi formato da un pool di statitistici e esperti, che aveva già una solida esperienza di indagine in altri settori continua Cazzola Abbiamo così deciso di trasferire il nostro knowhow, supportato da specialisti di settore, anche sul mercato enoico, che nonostante le dimensioni raggiunte, manca ancora di una fonte di indagine specifica, di un collettore unico di dati. Oltre a raccogliere dati da tutte le fonti, ci siamo in particolare concentrati sull’orientamento dei consumi di qualità. A questa prima indagine ne seguiranno altre, a ritmo mensile, che cercherano di monitorare tutti gli aspetti e le tendenze del mondo enoico».
Nella classifica compaiono 102 denominazioni. La top ten (vedi grafico al centro della foto ) è così composta: il Brunello di Montalcino è leader indiscusso, a fargli compagnia sulla vetta altri due grandi toscani, il Chianti e il Chianti Classico; quarto viene il Barolo seguito dalla Barbera d'Asti, dal Dolcetto e dal Barbaresco; la carica dei piemontesi è interrotta all'ottavo posto dal Greco di Tufo, un campano, e riprende poi al nono gradino con la Barbera d'Alba; chiude la graduatoria dei "magnifici dieci" il Sangiovese di Romagna. Per grandi aree territoriali, nella graduatoria dei primi venticinque, il Nord compare con undici vini, il Centro con cinque e il Sud con nove. Da notare, inoltre, che gli spumanti per i quali si registra un lieve incremento nel gradimento sono presenti in classifica con la Franciacorta, la docg lombarda che si sta facendo largo con sempre maggior forza sul mercato si è infatti classificata undicesima.
La classifica è stata stilata in questo modo: attribuendo ad ogni risposta delle enoteche interpellate un punteggio da 1 a 5 (1 per il quinto posto, 5 per il primo), rapportando poi il punteggio ottenuto al totale massimo ottenibile e moltiplicando il risultato per 100. L’indicatore può così variare da un valore minimo di zero, nel caso in cui un vino non sia stato inserito nella rosa dei primi cinque da nessuna delle enoteche interpellate, ad un valore pari a cento, nell’ipotesi estrema in cui un vino venisse indicato al primo posto da tutte le enoteche interpellate.
Gi italiani bevono di meno, ma bevono sempre meglio, dicono le statistiche. E, a quanto, pare, neanche l’impennata dei prezzi frena il consumatori. Il prezzo del vino, dicono infatti le ultime rilevazioni Ismea divulgate dall’Osservatorio del Salone, cresce più dell’inflazione: l’indice dei prezzi al consumo ha fatto registrare a settembre scorso, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, un incremento del 6.1%., più del doppio rispetto dei prezzi al consumo, che a settembre è stato del 2,6%. La crescita non è uniforme. I vini con i prezzi più in tensione sono proprio i doc e i docg rossi, che fanno registrare su base annua il 28,8% di aumento, mentre doc e docg bianchi hanno una crescita di prezzi contenuta dello 0,8%. I vini con gli aumenti più sensibili? Chianti dei Colli Senesi (100% di aumento) seguito dal Chianti (98%). Un duro colpo per il portafoglio degli italiani che fanno tendenza.