08.07.2002 | Vino e dintorni

Vicenza doc, il vino è ok

In un ovale, il giallo della terra, il verde dei colli, il blu del cielo e il rosso del sole che splende. Una grande "V" stilizzata sta per Vicenza, la scritta sul bordo recita: "Consorzio tutela vini Vicenza doc". È questo il logo che rappresenta 362 viticoltori vicentini, che si sono uniti in consorzio per difendere, promuovere e premiare la qualità del loro prodotto.

La presentazione del marchio è avvenuta nel corso di un convegno organizzato dal Consorzio volontario per la tutela dei vini Vicenza a Doc", tenutosi nell’aula magna delle Cantine dei Colli Berici di Lonigo. Alle quattro denominazioni provinciali già esistenti (Gambellara, Durello, Colli Berici e Breganze) si aggiunge quindi questo nuovo marchio, la cui zona di influenza si estende dai Berici alla Pedemontana, escluse le località già protette.
Il convegno leoniceno aveva lo scopo di comunicare ufficialmente il risultato raggiunto con il riconoscimento della zona doc e di fare il punto sulle prospettive che attendono il comparto vitivinicolo vicentino.
Per una serie di circostanze, nessuna delle autorità annunciate era presente: la presidente della Provincia, Dal Lago, l’assessore ragionale Conta e il presidente della Camera di commercio, Longhi, hanno lasciato ai loro sostituti (Assirelli, De Boni, Donazzan e Zuech) il compito di portare il saluto delle istituzioni e assicurare attenzione ed interessamento verso le future attività del "Consorzio Vicenza Doc".
A nome di quest’ultimo, il presidente Diego Meggiolaro ha auspicato che il marchio possa incontrare il gradimento dei consumatori, garantendo da parte dei soci il massimo impegno per difendere la tipicità dei vini vicentini.
Il direttore dell’Istituto sperimentale per la viticoltura di Conegliano, Antonio Calò, ha ripercorso i trascorsi della viticoltura di casa nostra, spiegando che alla metà dell’Ottocento i vini riconosciuti in zona erano solo quattro: il nero da pasto, il rosso fino, il Colli Berici e il bianco di Gambellara. Da allora, specie negli ultimi decenni, le cose sono cambiate: la quantità ha lasciato il posto alla qualità come principio determinante di ogni scelta, e le misure di tutela sono diventate essenziali per muoversi in un mercato sempre più complesso.
«Mi piace affermare - ha continuato Calò - che il nostro è un movimento anti globalizzazione non violento, che sviluppa pacificamente la diversità allacciandosi con efficacia alla cultura e alla tradizione locali».
L’altro relatore, Giuseppe Martelli, direttore generale dell’Associazione enologici enotecnici italiani, ha illustrato con dovizia di dati le tendenze più aggiornate del mercato vinicolo. Il costante calo di produzione è più che bilanciato da un aumento di valore della merce. I conti economici sono salvi, ma la concorrenza estera è sempre più agguerrita e non sarà consentito a nessuno abbassare la guardia.
«La strada da percorrere è proprio quella intrapresa dal vostro Consorzio - ha concluso Martelli - trovare il giusto equilibrio tra innovazione e tradizione, sfruttare le potenzialità culturali della terra vicentina e proporre un vino di qualità in grado di entrare nelle grazie di chi, di questi tempi, decide fortune o miserie di ogni prodotto: sua maestà il consumatore».

FONTE: IL GIORNALE DI VICENZA

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