Produzione in aumento del 37% nel 2011. Origine locale delle carni e processo produttivo i due capisaldi del disciplinare DOP.
Un vero e proprio boom per la Soprèssa Vicentina DOP. Sono stati infatti 95.000 i chili avviati alla certificazione nel 2011 dalle aziende aderenti al Consorzio di Tutela, il 37% in più rispetto all'anno precedente.
Si tratta certamente di una realtà ancora di nicchia, prodotta solamente da quattro salumifici, tutti rigorosamente vicentini (Salumificio Valpasubio, Salumificio dei Castelli, Salumificio Micad e Salumificio di Asiago/Salumificio Vicentino), ma il repentino aumento è indicativo dell'attenzione dei consumatori verso un prodotto di qualità certificata, anche nella congiuntura economica attuale.
"Siamo orgogliosi - spiega Andrea Monico, direttore del Consorzio di Tutela Sopressa Vicentina DOP - che il consumatore riconosca la qualità connaturata al marchio DOP, che impone l'uso esclusivo di carni di suini allevati e macellati in provincia di Vicenza e il rispetto di un rigido disciplinare di produzione". Un protocollo che prescrive di usare i tagli migliori del maiale, come spalla, coppa, lombo, pancetta, guanciale e soprattutto coscia, solitamente riservata ai prosciutti, ma che nel vicentino viene tradizionalmente impiegata nella produzione di questo salume.
"Logico che la qualità si paga – puntualizza Flori Fantin, presidente del Consorzio Sopressa DOP – il prezzo della Vicentina al banco degli affettati è almeno di 17/19 euro al chilo, quando si possono acquistare altri salumi anche a prezzi di gran lunga inferiori. Ma che garanzie offrono questi prodotti? Quella della Sopressa Vicentina DOP è tipicità garantita che dà al consumatore l'assoluta certezza di cosa sta mangiando. Una cosa non scontata in tempi di mozzarelle blu e di tanti altri scandali alimentari". Attenzione quindi al marchio DOP, presente solo sull'autentica Sopressa Vicentina.
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