L'ultima raccolta con il vecchio disciplinare. Dal prossimo anno in arrivo tre sottozone: La Rocca, Montebaldo e Sommacampagna. Intanto vola il Chiaretto
Inizia il 12 settembre la vendemmia nell'area Doc Bardolino. Una raccolta che parte con un anticipo di una decina di giorni rispetto al consueto, al termine di una stagione che, anche a Bardolino, è stata caratterizzata da un andamento climatico anomalo, con alcune zone colpite da gelate primaverili, riducendo la produzione. Le uve si presentano comunque sane e con considerevoli tenori zuccherini.
Sarà l'ultima vendemmia condotta secondo il vecchio disciplinare, prima della revisione che introdurrà le tre sottozone storiche: La Rocca, Montebaldo e Sommacampagna. Dal 2018 i produttori potranno così scegliere se continuare a produrre Bardolino Doc oppure se rivendicare la sottozona, nella quale la resa massima consentita sarà di 100 quintali per ettaro (rispetto ai 120 della Doc) e il vino ottenuto potrà essere commercializzato non prima del settembre successivo alla vendemmia.
"Il nuovo disciplinare – spiega Franco Cristoforetti, presidente del Consorzio Bardolino Doc – ci riporta al Bardolino delle origini, che già a fine Ottocento vedeva le tre sottozone perfettamente individuate. Ci riporta cioè a quelle etichette che all'epoca si trovavano nelle carte vini dei Grand Hotel di mezza Europa accanto ai grandi vini di Borgogna".
La revisione porta a frutto i risultati dello studio di zonazione condotto nel 2005 e del progetto Bardolino Village, realizzato da una quindicina di produttori nelle stagioni 2015 e 2016 attraverso sperimentazioni nella conduzione dei vigneti e nelle tecniche di vinificazione.
Complessivamente le tre sottozone copriranno tutto il territtorio di produzione. La Rocca per i comuni del territorio dell'antico Distretto di Bardolino: Bardolino, Castelnuovo del Garda, Garda, Lazise, Peschiera del Garda e Torri del Benaco; Montebaldo per il tratto pedemontano dell'ex Distretto di Montebaldo, nel territorio di Affi, Caprino Veronese, Cavaion Veronese, Costermano sul Garda, e Rivoli Veronese; Sommacampagna per l'area delle colline moreniche meridionali, nei comuni di Bussolengo, Pastrengo, Sommacampagna, Sona e Valeggio sul Mincio.
Intanto lusingano i dati che arrivano dal fronte delle vendite di Chiaretto, che con il suo nuovo disciplinare autonomo dal prossimo anno assumerà il nome Chiaretto di Bardolino Doc, staccandosi dal Bardolino. Da gennaio ad agosto ne sono state vendute 7 milioni di bottiglie, contro i 6,3 milioni dello stesso periodo dell'anno precedente: l'incremento è del 10,7%. Il Chiaretto raggiunge così una quota del 40% sul totale della produzione della Doc Bardolino: nel 2012, prima del varo del progetto Rosé Revolution, era solo il 28% .
Ufficio stampa Italia:
Michele Bertuzzo - Giada Azzolin
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Consorzio di tutela Bardolino doc
Il Bardolino è stato tra i primi vini in Italia a ottenere la doc, nel 1968, ma già nella seconda metà dell'Ottocento si imbottigliavano vini con la dicitura "Bardolino". Il Chiaretto è storicamente la versione rosata del Bardolino. Il Consorzio di tutela, fondato nel 1969, rappresenta attualmente circa il 92% della filiera produttiva totale del Bardolino e del Chiaretto. Vi sono iscritti circa 1200 produttori di uva, 900 viticoltori, 120 vinificatori e 100 imbottigliatori.
Attualmente i vigneti iscritti all'albo insistono su una superficie di circa 2.700 ettari. La produzione totale annua è di circa 17 milioni di bottiglie di Bardolino e 9 milioni di bottiglie di Chiaretto. La quota export è pari al 65%. I mercati esteri più importanti sono Germania, Scandinavia e Paesi Bassi, seguiti, in Europa, da Francia e Regno Unito. Interessanti prospettive si stanno riscontrando negli Stati Uniti, in Canada e in Giappone.