Girare anonimamente al Vinitaly senza identità professionale, questo è quello che ho fatto quest’anno lungo i corridoi della kermesse vinicola veronese...
Girare anonimamente al Vinitaly senza identità professionale, questo è quello che ho fatto quest’anno lungo i corridoi della chermes vinicola veronese, e sempre più mi sono convinto, purtroppo, di quanta paura di osare si riscontri da parte di operatori ed addetti ai lavori. Si! paura di osare, rimanere nel certo, non fare ricerca, presentarsi tutti in massa negli stand delle aziende arcinote per bere un sorso di quel vino che già si conosce, mentre i box di aziende giovani o sconosciute che per motivi commerciali e finanziari non hanno potuto darsi quella notorietà che meriterebbero, rimangono desolatamente vuoti.
Ma a chi possiamo attribuire la responsabilità di questo stato di cose? Facciamo un’analisi; alle aziende distributrici? Direi di no, perché giustamente loro in qualità di distributori debbono garantirsi il mercato, l’azienda ed i dipendenti che collaborano, quindi, preferiscono avere in catalogo quelle cantine conosciute che garantiscano un certo giro commerciale, i consorzi di tutela?
Neanche, a questi non si possono imputare grosse responsabilità, perché se un’azienda decide di presentarsi in proprio vuol dire che ha fatto delle scelte individualistiche e non collettive, forse ci sono arrivato, siamo noi, i facente parte di quella categoria di commercianti ( perché ci hanno cacciato li, ma moralmente non siamo commercianti ) che si dilettano dietro ad un bancone o sopra i fornelli nella preparazione e somministrazione di alimenti e bevande.
Quanti ristoratori e gestori di bar frequentano i padiglioni del Vinitaly? La maggior parte, ed allora ecco trovati i responsabili, nella nostra categoria molti ci entrano credendo di fare il denaro facile, alle volte senza una preparazione di base, il più delle volte affidandosi ai requisiti di legge di un preposto esterno, ed ecco che allora, senza esperienza e preparazione si affidano al primo rappresentante simpatico e preparato che si presenta, che con fare rassicurante ti consiglia, ti guida, ottiene la tua fiducia e quindi ti porta a firmare una commissione, nella quale ti propone la tua carta dei vini, NO, la sua carta dei vini, e quindi, tre cartoni di …………… due cartoni di……………. ecc. . Lui esce ed è soddisfatto perché ha fatto un nuovo cliente, e lo sei anche tu, perché sei convinto di essere apposto, non vedi l’ora che arrivi il vino, ed arriva arriva; il corriere incomincia a scaricare, tu controlli la bolla, e ti accorgi quando hai finito quanto vino hai acquistato, e le domande più frequenti che ti poni sono: “ e adesso dove lo metto? e quando lo vendo? a chi lo vendo? e a quanto lo vendo? E QUANDO LO PAGO? ( Ecco arrivano i dubbi ), non ho ancora incominciato a lavorare e devo già pagare queste mazzate?”.
Signori miei fatevi furbi, perché il mondo è pieno di furbi, osate, non abbiate paura, incominciate a frequentare anche gli stand desolatamente vuoti, assaggiate i loro vini senza pregiudizi e giudicateli, date loro fiducia, oggi ti vendono anche un cartone di vino, non è più il tempo del magazzino, fatevi aiutare da qualche esperto di fiducia, e soprattutto la carta dei vini fatela da voi, perché se siete dei professionisti amanti del vostro mestiere, venderete quasi sempre quello che piace a voi.
Un’ultima cosa, ci sono decine e decine di corsi promossi da organizzazioni serie, Slow food, Onav,
Fisar, ecc., frequentateli, createvi una cultura professionale, assaggiate e vedrete che la paura di osare a scegliere personalmente svanirà .
Renzo Galeazzo renzo@renzogaleazzo.it