05.02.2009 | Cultura e Tradizioni Inserisci una news

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Mi piace cucinare, viaggiare, l’arte, la storia, i colori, i profumi, i sapori, il cibo, il vino, insomma mi piace l’Italia. Ho cucinato in tanti paesi , ho soddisfatto tanti palati; trovatemi un altro posto al mondo dove fatti pochi passi ci si ritrova in un’altra situazione, con cose diverse da vedere, gustare, odorare ecc.

Non è molto che mi sono accorto che le percezioni o sensazioni diventano positive o negative in base al tuo stato d’animo, ad esempio, un buon profumo di soffritto se percepito in uno stato di tristezza o depressione, si può trasformare in odore o addirittura puzza. Ricordo ad esempio un momento molto triste della mia gioventù, la scomparsa prematura di una persona cara; attorno alla sua bara c’erano decine e decine di gigli, tanto da rendere quell’ambiente per quanto pesante un’esplosione di profumo e colori bianco e giallo, ebbene, nell’aver scritto profumo mi sono fatto violenza, perché nel cassettino dei profumi del mio cervello il profumo del giglio una volta c’era, dopo quell’esperienza si è trasferito nel cassettino delle puzze, sono anni che cerco di rimuoverlo, ma niente, forse un giorno ce la farò, come inconsciamente ci sono riuscito con altri odori e profumi, nell’associazione delle due cose, una negativa e l’altra positiva è prevalsa quella negativa .

 

Lo so, quello che vi ho raccontato fino adesso non deve essere stata una lettura gradevole, ma l’ho scritta per farvi capire quanto è importante per noi esseri umani non lasciare che le nostre sensazioni si assopiscano. Tutto attorno a noi e soprattutto se abitiamo in città ci viene negato in nome dell’igiene e della sicurezza. Entrate in un qualsiasi negozio della grande distribuzione, gli unici odori che sentirete sono quelli del reparti profumeria e della pescheria, il pane è sotto plastica, le frutta e le verdure sono confezionate, le carni poi non ne parliamo, i formaggi? Pensate che quando ero bambino andavo spesso con il nonno a fare la spesa, il latte ed i formaggi in latteria, la carne dal macellaio ecc., si entrava nel negozio e vedevo queste belle forme di formaggio,e mi spiegavano , che quelle panciute e grosse erano il parmigiano, quelle più piccole erano asiago, quelle lunghe erano provolone ecc, si sentivano aromi diversi e dai profumi potevi immaginare il loro sapore. Allora riempivi i cassettini del cervello e ad ogni occasione li aprivi e ricordavi. Peccato, ora è sempre più difficile, i bambini acquisiscono informazioni in base ai gusti dei genitori, se ai genitori piace o meno il prosciutto crudo il bimbo difficilmente riceverà delle informazioni sensoriali corrette, fino a quando autonomamente o condizionato da altri sarà in grado di valutare in quale cassetto mettere quel profumo e quel sapore. Dovrebbero inventare i televisori che emanano fragranze abbinate alle immagini .

 

Ecco scoperto il successo delle degustazioni a tema, i corsi per sommelier, per degustatori, io sono convinto che qualche anno fa tutte queste manifestazioni enogastronomiche e sensoriali non avrebbero avuto la rilevanza che viene data loro adesso, c’é bisogno di godere dei frutti e profumi della natura!

 

Mi sono cimentato nella cucina internazionale con buoni risultati, ho letto ed acquisito informazioni gastronomiche di ogni genere, ed ancora lo faccio, ma io sono del parere che non basti una vita per conoscere tutte le sfumature della cucina regionale italiana, ovunque andiate troverete un pane diverso, le paste diverse, i cento mille modi di cucinare le carni, le centinaia di vitigni autoctoni. Una raccomandazione mi sento di fare alle ragazze giovani da marito ( come si diceva una volta ),

non sottovalutate la cucina, imparate a cucinare, chiedete alle nonne, sappiate che l’abbinamento “amore e cucina” è un salva matrimoni, anche il grande regista Vittorio De Sica lo sapeva, ci ha fatto pure un film: PANE AMORE E FANTASIA, ma quello era pane buono e lei era bellissima!!!!

 

Ho cominciato con la tristezza ed i ricordi, ma ho finito in gloria. Cin cin.

 

Renzo Galeazzo . renzo@renzogaleazzo.it

 


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