17.04.2003 | Eventi

VINUM 2003: Vino, amore e misticismo nella poesia islamica

E’ un fatto noto che la religione musulmana imponga ai fedeli l’astinenza da bevande alcoliche. La proibizione si basa su alcuni versetti del Corano che mettono sullo stesso piano l’idolatria, la divinazione, il gioco d’azzardo e l’uso di bevande fermentate, tra le quali ovviamente c’è pure il vino...

Maometto, forse per tranquillizzare i fedeli, spiegava che quando saranno in Paradiso potranno godere anche le delizie del vino; testualmente: “ruscelli in cui scivola il vino, delizia di palati raffinati” (Sura XLVII, 15). Evidentemente questa promessa non aveva grande seguito tra i neo-musulmani se i loro governanti si decisero a imporre la distruzione delle vigne, sradicando così una consuetudine vecchia di molti secoli. Una distruzione che non fu immediata, comunque, ma lenta e progressiva, sviluppandosi in tempi e modi diversi da un luogo all’altro dei paesi islamizzati, a partire dal secolo VIII dopo Cristo.

Uno dei luoghi in cui i vigneti sopravvissero più a lungo fu la Persia (oggi Iran), come risulta da una miriade di testimonianze letterarie. Proprio in Persia fiorì per lungo tempo una forma di poesia amorosa che, tra le altre cose, esaltava il vino come fonte di piacere sublime: un piacere non grossolano, bensì capace di avvicinare gli uomini a Dio.

Tra questi grandi poeti ve ne sono alcuni universalmente famosi, come Attar (1119-1230), Hafiz (1320–1391), Khayyam (1048-1131) e Rumi (1207-1273), ognuno dei quali ha descritto con altissimi versi il suo rapporto particolare con il vino.

Una piccola ma significativa sintesi della poetica persiana sul tema “vino e amore” si incontra nella mostra intitolata “Le Seduzioni del Vino”,

allestita all’Interno di VINUM 2003 dall’Istituto Graf di Bologna, mostra della quale si è già parlato in questo sito (leggi articolo) .

Questa esposizione multimediale, fra i tanti pregi, ha quello di mettere a confronto numerose testimonianze poetiche sullo stesso tema, "vino e amore", provenienti da vari luoghi del Mediterraneo in cui si è diffusa la cultura della vino, dall’antichità greca e romana fino al romanticismo ottocentesco.

Ed è significativo, alla fine della “passeggiata” tra splendide immagini e delicate poesie, scorprire come il vino non sia mai stato sentito dai letterati come un mezzo di fuga dalle fatiche del vivere ma, al contrario, uno strumento di consapevolezza e, tra i musulmani, un mezzo di elevazione spirituale.

Per informazioni:
Tel. 051.562863
Istituto Graf
E-mail: graf@istitutograf.org

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