L’uva gode, per fortuna, di una favorevole immagine salutistica, perfino superiore ai suoi veri meriti nutrizionali...
Almeno a parole gli italiani sono consapevoli dell’importanza della frutta e quindi del fatto che debba figurare regolarmente nell’alimentazione ma all’atto pratico non è proprio così. Nei bar, nelle paninoteche o nei regni del fast food, la frutta è un ospite difficile da trovare se non sotto forma di bibite di fantasia o più raramente di spremute. Il che non è affatto la stessa cosa. Sia per il numero di calorie che per la loro provenienza (da zucchero aggiunto nelle bevande di fantasia, piuttosto che dalla polpa dei frutti come nelle spremute), sia perché nelle bibite manca gran parte della fibra originaria della frutta, sia per il fatto di bere invece che di mangiare. Può sembrare un dettaglio insignificante ma anche la masticazione appartiene a quei segnali che la periferia invia al centro cerebrale della sazietà, diversamente da quanto accade quando si beve.
A proposito, è un pregiudizio positivo, largamente diffuso che tutta la frutta sia sempre e comunque una miniera di vitamine. Invece, il contenuto vitaminico delle varie specie di frutta è molto specifico e privilegia, in genere, una o due vitamine mentre sono quasi del tutto assenti altri gruppi vitaminici. Ciò si verifica anche per l’uva, tuttavia non vuol dire che l’uva sia priva di pregi nutrizionali o che non valga l’apprezzamento millenario della gente, anche a prescindere dal vino che se ne può trarre.
Tra i vanti dell’uva, la ricchezza di potassio e i pigmenti antiossidanti della buccia (ma va lavata bene perché sugli acini si depositano anche polveri e pesticidi) e merita di comparire sulla nostra tavola più spesso. Tuttavia, è doveroso ricordare che il contenuto zuccherino è tutt’altro che trascurabile. La parte commestibile dell’uva fornisce circa 61 calorie per ogni 100 grammi: energia proveniente quasi esclusivamente dagli zuccheri semplici. Intendiamoci, nulla di male per chi non ha problemi latenti o manifesti di diabete o un eccesso di trigliceridi nel sangue, ma faccia autocritica chi sostituisce con un dolcificante sintetico anche i 5 grammi di un cucchiaino di zucchero, ignorando magari che in un grappolo d’uva di soli 100 grammi ce n’è almeno il triplo.
Ai ragazzi, che alle spremute di frutta preferiscono le bevande zuccherate e gassate, bisognerebbe spiegare che una lattina da 330 ml contiene circa 7 cucchiaini di zucchero e non poca caffeina, senza vitamine e senza altri protettori naturali. Invece, a quanti hanno l’ottima abitudine di mangiare la frutta tutti i giorni, confermiamo che sarebbe un peccato non approfittare della stagionalità dell’uva per preferire altra frutta magari raccolta e conservata da troppi mesi.