19.07.2002 | Vino e dintorni

Un calice che vale mille bottiglie

VERONA. Sono esposti nel Palazzo Pullici i prototipi in gara per il concorso «Il bicchiere del Soave». La giuria, che dovrà decidere il 28 agosto, è in imbarazzo di fronte a un centinaio di proposte giunte da tutta Europa. Sono in gara architetti, designer artigiani e vetrai, attirati dalla fama che darà la vittoria ma anche dal premio in natura promesso dai produttori del vino bianco Doc

Resteranno in mostra tutta l’estate i prototipi del bicchiere per il vino Soave. Palazzo Pullici, nella cittadina scaligera, ospita i lavori arrivati alla segreteria organizzatrice del concorso «Il bicchiere del Soave», sfida per la paternità di quello che nelle intenzioni di Carlo Colla, promotore del concorso, sarà il contenitore simbolo del «Classico Bianco d’Italia». In attesa che la commissione scelga il bicchiere ideale, i prototipi e i disegni vengono messi in mostra per far rimanere a bocca aperta anche la cittadinanza, i produttori, i curiosi e gli addetti ai lavori. Tavole di tutte le dimensioni, curatissime in ogni dettaglio, tomi di accompagnamento a dimostrazione dell’impegnativo lavoro di ricerca svolto da molti dei partecipanti su storia e peculiarità della prestigiosa Doc, studi tridimensionali realizzati con le più raffinate tecniche informatiche, ma anche prototipi realizzati in cristallo, vetro, rame e addirittura legno intagliato a mano: sono oltre un centinaio gli elaborati pervenuti da tutta Europa da parte di designers, studi di architettura, vetrerie e cristallerie. Al vincitore, oltre alla fama e alla ribalta che gli offrirà la manifestazione, andranno 1.000 bottiglie di Soave che verranno consegnate il 28 agosto prossimo in occasione di una serata di gala organizzata nel contesto del simposio internazionale del Walled Towns Friendship Circle, l’associazione internazionale delle città murate, di cui Soave fa parte e che promuove ogni anno iniziative culturali e per la tutela del patrominio storico e architettonico.. «Non mi aspettavo una risposta simile, tanto dal punto di vista della quantità quanto e soprattutto da quello della qualità», commenta stupito Carlo Colla. «I giurati hanno già manifestato il proprio disagio perché scegliere tra lavori tanto preziosi è veramente difficile. Così abbiamo pensato a questa mostra, aperta tutti i giorni escluso il lunedì dalle 10 alle 22, che vuole anch’essa, come il concorso, essere un segno, quello cioè del fatto che attorno al Soave qualcosa si muove». Il bicchiere del Soave è principalmente destinato a diventare in prospettiva quello del vino bianco di eccellenza. Proprio un bicchiere diventa allora per un verso lo strumento unificante i produttori del Soave e per l’altro un motivo in più per avvicinarsi al pianeta vino, alla stella Soave, alle sue caratteristiche, al suo luogo di produzione. Se il concorso aveva tra i suoi scopi, oltre a quello di individuare il contenitore ideale del Soave, quello di far conoscere questo vino la risposta del concorso attesta che il risultato è stato senza ombra di dubbio centrato.

FONTE: L'ARENA DI VERONA

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