30.11.2009 | Cultura e Tradizioni Inserisci una news

TrentoDOC: bollicine perbene

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A "Bollicine su Trento 2009" la tavola rotonda con Daverio, Sabellico e Granello identifica il TrentoDOC come lo specchio del territorio e dei suoi abitanti

Si è svolta venerdì 27 novembre nella sede della Camera di Commercio di Trento la tavola rotonda dal titolo: "TRENTODOC: bollicine d'autore. Carattere, eleganza ed esclusività del metodo classico trentino", con la partecipazione di Philippe Daverio, storico dell'arte e conduttore televisivo, Licia Granello, food editor de La Repubblica, Marco Sabellico, curatore della Guida Vini d'Italia del Gambero Rosso, e Fausto Peratoner, presidente dell'istituto TRENTO DOC, mentre a Enrico Franco, direttore del Corriere del Trentino, il ruolo di moderatore del dibattito.

Ha aperto la discussione Philippe Daverio, soffermandosi sull'importanza del "design del vino", un'invenzione squisitamente italiana, dove negli ultimi cinquant'anni si è registrato un forte aumento della redditività a fronte di una drastica riduzione dei consumi: da 120 litri pro capite l'anno a 30-35. Il vino si è trasformato infatti da alimento povero di sussistenza in bene di lusso. Secondo Daverio questo processo è il frutto di alcune brillanti intelligenze, sparse un po' in tutta Italia, ma concentrate in Trentino e Sicilia. "La grande intuizione degli italiani - ha sottolineato lo storico dell\'arte - è stata quella di utilizzare il proprio immenso patrimonio storico, culturale e tradizionale come mediazione efficace nella costruzione del brand. Al risultato ha contribuito anche quella voglia di riscatto propria dei territori poveri alla ricerca di una modernità salvifica, ma in Trentino, a differenza che altrove, il vino e le bollicine hanno saputo essere moderne senza ammalarsi di contemporaneità". Nella competizione con la Francia non mancano le differenze: cambiano il territorio, le condizioni climatiche, il terreno. "Lo champagne e lo spumante metodo classico sono due prodotti diversi, anche se nascono dallo stesso concetto - ha precisato Daverio. "In questa operazione il Trentino ha saputo servirsi delle bollicine per cambiare la propria immagine". Corretto il commento sull'autonomia locale trentina: "Un processo simile non sarebbe mai stato possibile senza l'autonomia. Ma non per forza una regione ricca opera bene, e questo vuol dire che il Trentino è ben amministrato". Daverio ha poi concluso spostando l'attenzione sulla mutazione estetica del paesaggio: "Negli ultimi cinquant'anni il progresso ha fatto in modo che il nostro Paese da povero diventasse ricco, e da bello diventasse brutto, quasi per un rapporto obbligato. Non però ovunque: alcuni territori hanno capito che l'eredità del passato poteva servire per costruire il futuro. La "gente del vino" trentina è tra questi". Infelice invece il commento sulle "bollicine" della vicina Franciacorta, rea secondo lui "di fare vini omologati, al punto che al terzo bicchiere uno sente la necessità di rinfrancare la bocca con un bel gin-tonic".

"Le bollicine del TRENTODOC sono come i trentini: rigorose, serie, perbene": questo in sintesi la felice intuizione di Licia Granello, una formula capace di riassumere in modo efficace il legame che esiste tra il TRENTODOC e territorio. La Granello ha anche messo in rilievo il grande successo di questo prodotto nel consumo a tutto pasto: "La nuova ristorazione d'autore ha introdotto modalità di fruizione del cibo che bene si adattano alle bollicine: dall'aperitivo al pasto completo, grazie soprattutto all'eccellente livello qualitativo oggi raggiunto dallo spumante italiano metodo classico".
Ma per valorizzare al massimo questi risultati è indispensabile impegnarsi nella formazione: "Solo così è possibile creare un consumatore evoluto capace di saper distinguere uno spumante dall'altro e di saper scegliere".

E' toccato infine a Marco Sabellico, curatore della Guida vini d'Italia di Gambero Rosso, affrontare il tema delle TRENTODOC da un punto di vista tecnico, spiegando le ragioni del successo che il Gambero Rosso gli ha riconosciuto premiando nell'ultima edizione della guida Vini d'Italia ben sei prodotti con il massimo punteggio. "Le bollicine del TRENTODOC sono opere della maturità e di una continua crescita qualitativa e quantitativa delle aziende trentine spumantistiche, frutto della consapevolezza della vocazione del territorio e del patrimonio della tradizione".

 

Luciano Pavesio

 

 


Tag: bollicine, Trento, TrentoDOC


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