Comprendere i meccanismi biologici con cui i componenti della dieta
influiscono sulla salute umana è un aspetto essenziale per operare
delle scelte corrette nel campo della medicina sociale e della
prevenzione. E proprio in questo contesto, le ricerche condotte
dalla dottoressa Sabina Passamonti dell'Università di Trieste, si
sono indirizzate a capire se i componenti fenolici del vino, della
frutta e della verdura, che, come ampiamente dimostrato, possono
neutralizzare i radicali liberi dell'ossigeno, a loro volta
responsabili di malattie croniche degenerative, siano dotati di
valore nutrizionale.
In particolare, si è scoperto che la pianta dell'uva produce
antociani e polifenoli per rispondere allo stress ossidativo; una
capacità di risposta che l'uomo ha perso nel corso dell'evoluzione.
Introducendo il vino come alimento, il corpo assorbe non soltanto la
componente alcolica, ma anche quella fenolica, ricca appunto di
antociani, che sono in grado di passare dallo stomaco al sangue e,
successivamente, alle cellule celebrali. Vino come vero e proprio
alimento, dunque.
Ma quello che ha particolarmente incuriosito i ricercatori è stato
che tali sostanze, tradizionalmente e notoriamente presenti nei vini
rossi, si trovano in considerevole quantità anche nei bianchi. È
dimostrato, dunque, che anche i bianchi possono godere degli stessi
meriti dei vini rossi, e la notizia è stata ovviamente accolta con
entusiasmo da parte dei viticoltori del Friuli Venezia Giulia,
regione che vanta una ricca produzione proprio di questo tipo di
vino.
Gli studi, comunque, non si concluderanno con queste scoperte, ma è
stato anticipato che si orienteranno ora agli effetti
dell’associazione tra vino e farmaci sul metabolismo umano. Il
“Progetto Villanova”, avviato un anno fa e realizzato grazie al
sostegno dell'azienda vitivinicola “Tenuta Villanova” di Farra
d'Isonzo (Go), della Regione Friuli Venezia Giulia, nonché grazie
alle collaborazioni con gli atenei di Udine e Trieste, Federdoc,
Crita ed Ersa, e con il coordinamento scientifico del prof Angelo
Vianello, preside della facoltà di Agraria dell'Università del
capoluogo friulano, ha indirizzato i ricercatori a studiare numerosi
e vari aspetti dell'innovazione in viticoltura ed enologia, con lo
scopo di stimolare sempre più la ricerca in questo settore tenendo
ferma la volontà di mettere a disposizione di tutti i soggetti i
risultati ottenuti nell'interesse dell'intero territorio.
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