Gli itinerari a piedi o in bicicletta, a cavallo
o in barca, permettono di scoprire una natura che non ha eguali e
che presenta paesaggi indimenticabili. Fiori, arbusti, canneti,
pioppi, lecci, pini marittimi e poi aironi, garzette, cavalieri
d'Italia, trampolieri. Sono solo alcuni dei rappresentanti
dell'ampia fauna e flora del Delta del Po.
Superata Chioggia, lungo le valli da pesca e la laguna, è possibile
visitare la lecceta di foce Adige, la pineta di Rosolina Mare e il
Giardino Botanico di Porto Caleri.
La Via delle Valli sud è quella che maggiormente soddisfa le
esigenze degli amanti di birdwatching e del fotonaturalismo: acqua,
tramonti, golene. Il Po di Maistra, un tempo ramo principale del Po,
è ritenuto oggi il più spettacolare per la ricchezza e la varietà
dell'avifauna.
A Taglio di Po si può visitare Ca' Vendramin, attuale Museo
regionale della Bonifica, dove si svolgono convegni, mostre e
conferenze.
Dall'abitato di Porto Tolle (il
più esteso comune d'Italia dopo Roma) si arriva fino al punto più
meridionale del Parco, il Polesine dei
Sospiri. E' la zona dove regnano l'airone rosso e il
falco della palude e di grande interesse economico per i pescatori
locali che qui vi praticano l'allevamento dei mitili.
Il Delta riserva anche
un'ulteriore sorpresa per i canoisti o per chi usa dei piccoli mezzi
nautici. Tra canneti, bassi fondali e paesaggi estremi è possibile
scoprire la vera anima del Parco che può apparire tra un'alba
mattutina, una leggera foschia pomeridiana o un infuocato tramonto
estivo.
Oltre alle bellezze naturali, il Delta è anche ricco di tradizioni e
prelibatezze gastronomiche. Il pesce (anguille, spigole, orate,
cicale di mare), i "peoci" (cozze) e le bibarasse (vongole), il
riso, gli ortaggi (il radicchio di Rosolina), il miele e i meloni,
l'oro bianco del Polesine (l'aglio), sono solo alcuni dei prodotti
che si possono gustare nei chioschi nelle spiagge, nelle "ostarie"
nei raffinati ristoranti, nelle cucine rurali degli agriturismi.
E' tradizionale la lavorazione della carne suina, che nelle case dei
contadini si è sempre fatta. Proprio attorno alle figure dei
braccianti e dei piccoli proprietari che lavorano la terra ruota la
tradizione culinaria veneta basso-polesana, che non è raffinata ma
porta ancora sulle tavole il carattere inconfondibile di questa
terra. Si pensi ai salami di casa, speziati e lasciati a lungo a
stagionare nelle cantine umide. Sulle tavole si trovano ancora i
dolci che preparavano le massaie, come le torte fatte con la patata
americana, la "bissola" o la "pasqualina" la cui forma tipica è la
"S".
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Luisa Quinto
luisa.quinto@regione.veneto.it |