Di ritorno da uno dei miei frequenti viaggi professionali, che mi portano in Toscana alla ricerca di realtà enologiche e per promuovere la cucina dei Colli Euganei e della Bassa Padovana, ho avuto l’occasione di fermarmi a pranzo a Montalcino.
Non ero troppo convinto della cosa, ma essendo in compagnia di un altro veneto, trapiantato in Toscana, fiduciario Slow Food a Montepulciano, mi sono lasciato guidare nella speranza che, se anche avessimo speso una fortuna, almeno avremmo pranzato bene.
Premetto che il mio scetticismo deriva dalla proverbiale frenesia (ora abbastanza sopita dopo le batoste e delusioni) di farmi attrarre dal bello e dal buono ma anche dagli specchietti per le allodole, nel mio caso tordi. A Montalcino di specchietti se ne trovano in abbondanza, con tutto quel turismo poco consapevole proveniente da oltre cortina, pronto a farsi infinocchiare da quei pochi ma visibilissimi commercianti poco scrupolosi ed eticamente indecenti, che si trovano in tutte le località famose per le bellezze e per i prodotti, noti grazie a produttori seri e scrupolosi.
Ed ecco la sorpresa, entriamo in un ristorantino (Ristorante il Giullare) a due passi dalla fortezza, riceviamo subito un'ottima accoglienza, la signora Susanna si dimostra una buonissima padrona di casa, si chiacchera un pochino e poi subito a tavola; il menu è veramente interessante, cucina locale con un pizzico di fantasia ed innovazione, il tutto senza snaturare, carta dei vini importante, prezzi onestissimi.
Ci affidiamo alla cucina e mangiamo molto bene, ma la sorpresa arriva dal vino, Susanna ci propone una degustazione di diverse annate del suo Brunello, così scopriamo che non è solamente una ristoratrice, ma che appartiene ad una delle più antiche famiglie di Montalcino produttrici di Brunello, il " Brunello Padelletti. "
Rimango affascinato della persona, ma, i suoi vini sono veramente eccellenti, eleganti,rispettosi della tradizione, insomma il caro e buon vino Brunello di una volta, quello che ha fatto famosa Montalcino .
La giornata continua naturalmente con una visita in cantina, ed anche qui una sorpresa, le cantine datano l'anno 1570, una suggestione unica, un'atmosfera di vecchia ed elegante aristocrazia, nella quale Susanna Padelletti si muove ed agisce con la semplicità e disinvoltura di coloro che non hanno niente da nascondre, che sono depositari di grandi tradizioni, ma soprattutto, ci danno la possibilità di scoprire dentro un bicchiere di vino, quelle sensazioni che solo da Susanna si possono provare.
Non mi dilungo oltre nel racconto, ma se vi ho incuriosito e volete approfondire, entrate nel sito www.padelletti.it .
Renzo Galeazzo