20.05.2005 | Cultura e Tradizioni

Terra Mia 2005

Grande soddisfazione ad Atripalda (AV) per Terra Mia, quarta rassegna enogastronomica di prodotti tipici e di qualità irpini, conclusasi lunedì 9 maggio con pieno successo di pubblico e critica. Per 4 giorni si sono susseguite degustazioni, convegni e cene all’insegna dello scientifico abbinamento cibi-vino, con l’obiettivo, pienamente raggiunto, di fare conoscere il territorio e l’enogastronomia in tutti i suoi aspetti.

Come ci spiega Laura Guanci, dello Staff organizzativo, “questo evento è importante non solo perché mette a contatto il grande pubblico con le tradizioni vinicole irpine ma perché mostra anche l'utilizzo concreto di questi veri e propri tesori che arricchiscono le nostre tavole. Dimostra il modo in cui questi vini possono essere abbinati con le pietanze ed entrano nella nostra quotidianità”.

Per fare ciò sono stati organizzati “laboratori di degustazione” a cura dell'AIS (Associazione Italiana Sommelier) ed un gemellaggio di vini con la Toscana (Rocca della Macìe). Ma anche, per la prima volta quest’anno, una rassegna nella rassegna, “BianchIrpinia”, organizzata in collaborazione col Consorzio di Tutela dei Vini d’Irpinia e dedicata alla presentazione dell'annata 2004 del Fiano di Avellino e del Greco di Tufo DOCG, simboli di quell’Irpinia che produce gli unici vini bianchi a denominazione di origine controllate dell’intero centro-sud d’Italia.

Estremamente apprezzabile anche l’impegno dimostrato dagli organizzatori nel promuovere iniziative imprenditoriali giovanili, che si è tradotto, fra l’altro, nell’ospitalità concessa da alcune aziende vinicole a giovani vinerie irpine che stanno riscuotendo molto successo. Tra queste tocca segnalare, per la prelibatezza e l’accuratezza delle preparazioni e degli abbinamenti cibo-vino, il D-WINE di Daniele Doria, di Piazza Libertà ad Avellino, che merita senz’altro una visita.

Come in questo caso il vero punto di forza, nonché il vero asso nella manica, sono state proprio le aziende e la loro intraprendenza. Ricchissimo il parterre degli espositori. Presso gli spazi del Centro Servizi hanno sfilato tutte le realtà aziendali più interessanti della provincia di Avellino. Oltre 40, vitivinicole e non solo, tutte impegnate nel campo della produzione e dell’offerta di prodotti tipici di alta qualità, in uno sforzo comune teso a tutelare e promuovere il made in Irpinia.


I vini da segnalare
Fiano di Avellino Radici 2004 - Mastroberardino
È un Fiano che subito emerge rispetto agli altri: all’olfatto sprigiona una moltitudine di profumi tra il fruttato e il floreale; al palato si rivela molto armonioso, con note dolci soprattutto nel finale, ma rigorosamente senza gli ammiccamenti di qualche “altrettanto noto fiano”. È un bianco insomma con un notevole equilibrio e con un quid pluris rispetto ai suoi concorrenti dato dalla naturalezza e dalla spontaneità del suo “carattere”. Il Radici Mastroberardino è, del resto, il risultato di un’attenta selezione delle migliori uve. Ottimo il rapporto qualità-prezzo (10,65 euro).


Greco di Tufo 2004 - Giulia
Anche in tal caso abbiamo riscontrato in modo evidente una personalità particolare che distingue questo Greco dai suoi simili. Il vitigno più antico dell’Irpinia è proprio il Greco di Tufo, un bianco che per tradizione, rispetto al Fiano ed alla Falanghina, presenta un carattere minerale che lo contraddistingue, carattere che però è stato col tempo da alcune aziende attenuato e da altre addirittura “unito” ad aromi “non originari”. Il Greco di Tufo 2004 Giulia presenta invece un timbro minerale che consente di definirlo come il più rispettoso di una tradizione millenaria. Ha la giusta sapidità, è fresco, dinamico e, se ci è consentito, da una piacevole sensazione di “veridicità”.


Falanghina 2004 - Vadiaperti
La Falanghina è di norma considerato un bianco meno prestigioso del Fiano e del Greco, ma, come a volte accade, l’azienda che la produce riesce ad ottenere risultati che superano alcuni Fiani e Greci meno “nobili”. È questo il caso della Falangina 2004 di dell’azienda Vadiaperti. All’olfatto colpisce con fresche note di agrumi e al palato presenta un compromesso tra acidità e dolcezza davvero raro. È insomma un bianco davvero ben equilibrato e notevole nella sua “semplicità”.

Fonte:
campaniasuweb.it

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