Come ci spiega Laura
Guanci, dello Staff organizzativo, “questo evento è
importante non solo perché mette a contatto il grande pubblico con
le tradizioni vinicole irpine ma perché mostra anche l'utilizzo
concreto di questi veri e propri tesori che arricchiscono le nostre
tavole. Dimostra il modo in cui questi vini possono essere abbinati
con le pietanze ed entrano nella nostra quotidianità”.
Per fare ciò
sono stati organizzati “laboratori di
degustazione” a cura dell'AIS (Associazione Italiana
Sommelier) ed un gemellaggio di vini con la Toscana (Rocca della
Macìe). Ma anche, per la prima volta quest’anno, una rassegna nella
rassegna, “BianchIrpinia”,
organizzata in collaborazione col Consorzio di Tutela dei Vini d’Irpinia
e dedicata alla presentazione dell'annata 2004 del Fiano di Avellino
e del Greco di Tufo DOCG, simboli di quell’Irpinia che produce gli
unici vini bianchi a denominazione di origine controllate
dell’intero centro-sud d’Italia.
Estremamente apprezzabile anche l’impegno dimostrato dagli
organizzatori nel promuovere iniziative imprenditoriali giovanili,
che si è tradotto, fra l’altro, nell’ospitalità concessa da alcune
aziende vinicole a giovani vinerie irpine che stanno riscuotendo
molto successo. Tra queste tocca segnalare, per la prelibatezza e
l’accuratezza delle preparazioni e degli abbinamenti cibo-vino, il
D-WINE di
Daniele Doria, di Piazza Libertà ad
Avellino, che merita senz’altro una visita.
Come in questo caso il vero punto di forza, nonché il vero asso
nella manica, sono state proprio le aziende e la loro
intraprendenza. Ricchissimo il parterre degli espositori. Presso gli
spazi del Centro Servizi hanno sfilato tutte le realtà aziendali più
interessanti della provincia di Avellino. Oltre 40, vitivinicole e
non solo, tutte impegnate nel campo della produzione e dell’offerta
di prodotti tipici di alta qualità, in uno sforzo comune teso a
tutelare e promuovere il made in Irpinia.
I vini da segnalare
Fiano di Avellino Radici 2004 -
Mastroberardino
È un Fiano che subito emerge rispetto agli altri: all’olfatto
sprigiona una moltitudine di profumi tra il fruttato e il floreale;
al palato si rivela molto armonioso, con note dolci soprattutto nel
finale, ma rigorosamente senza gli ammiccamenti di qualche
“altrettanto noto fiano”. È un bianco insomma con un notevole
equilibrio e con un quid pluris rispetto ai suoi concorrenti dato
dalla naturalezza e dalla spontaneità del suo “carattere”. Il Radici
Mastroberardino è, del resto, il risultato di un’attenta selezione
delle migliori uve. Ottimo il rapporto qualità-prezzo (10,65 euro).
Greco di Tufo 2004 - Giulia
Anche in tal caso abbiamo riscontrato in modo evidente una
personalità particolare che distingue questo Greco dai suoi simili.
Il vitigno più antico dell’Irpinia è proprio il Greco di Tufo, un
bianco che per tradizione, rispetto al Fiano ed alla Falanghina,
presenta un carattere minerale che lo contraddistingue, carattere
che però è stato col tempo da alcune aziende attenuato e da altre
addirittura “unito” ad aromi “non originari”. Il Greco di Tufo 2004
Giulia presenta invece un timbro minerale che consente di definirlo
come il più rispettoso di una tradizione millenaria. Ha la giusta
sapidità, è fresco, dinamico e, se ci è consentito, da una piacevole
sensazione di “veridicità”.
Falanghina 2004 - Vadiaperti
La Falanghina è di norma considerato un bianco meno prestigioso del
Fiano e del Greco, ma, come a volte accade, l’azienda che la produce
riesce ad ottenere risultati che superano alcuni Fiani e Greci meno
“nobili”. È questo il caso della Falangina 2004 di dell’azienda
Vadiaperti. All’olfatto colpisce con fresche note di agrumi e al
palato presenta un compromesso tra acidità e dolcezza davvero raro.
È insomma un bianco davvero ben equilibrato e notevole nella sua
“semplicità”.
Fonte:
campaniasuweb.it |