20.05.2002 | Prodotti Tipici

Sulla mozzarella salernitana

Cresce allo straordinario ritmo del 10% all'anno, il comparto della mozzarella di bufala campana. Anche per questo ha attirato l'attenzione del quotidiano economico "Il Sole 24 ore". Presso la Camera di Commercio di Salerno, l'house horgan di lusso di Confindustria, ha riunito gli operatori del settore.

A discutere di enogastronomia ed economia, si sono ritrovati Raffaele Garofalo, presidente nazionale degli allevatori bufalini, Vincenzo Oliviero, direttore del cosorzio di tutela della mozzarella di bufala campana, il docente universitario Francesco De Stefano, Davide Paolini, scrittore enogastronomico e Luca Fumagalli, responsabile del settore gastronomia della Carrefour. A fare da moderatore Nicola Dante Basile, giornalista e scrittore. "L'enogastronomia non è solo un piacere ma anche economia", ha detto Basile. Ed il caso della mozzarella di bufala campana è emblematico. Nel 2001 il settore ha registrato una produzione di 250 mila quintali di mozzarelle di bufala, ma il volume d'affari, attestato sui 350 milioni di euro, può crescere ancora. "Il livello di responsabilità del settore - ha testimoniato Oliviero, direttore del consorzio di tutela - è cresciuto al punto che se dieci anni fa il 30% dei campioni di mozzarella esaminati aveva presenze di latte vaccino ora siamo scesi al 7%". "Il livello produttivo raggiunto - per Francesco De Stefano, direttore del dipartimento di economia e politica agraria della Federico II°- non può più far considerare la mozzarella un prodotto tipico, di nicchia". Dalla Carrefour è arrivato un progetto che solletica i piccoli e medi produttori salernitani. "Vogliamo portare nei nostri punti di vendita italiani mozzarelle da 400 gr., prodotte secondo un preciso disciplinare di produzione, con nessun compromesso sulla qualità. Nel programma coinvolgeremo i migliori piccoli e medi caseifici della vostra provincia. E su questa iniziativa - ha detto Luca Fumagalli - vogliamo aiutarvi nelle iniziative pubblicitarie e promozionali". La mozzarella immessa nei circuiti della grande distribuzione incrementerà i ritmi espansivi. A storcere il naso, su questa proposta, è Davide Paolini, collaboratore de "Il Sole 24 ore" e docente all'università di Urbino: "E' vero la grande distribuzione fa conoscere ad ampi strati il prodotto mozzarella. Ma non tutti i tipi di mozzarella prodotta in Campania può diventare un prodotto da supermercato. Sarebbe un'incongruenza perchè prodotti di nicchia, che vengono realizzati in una certa maniera e per i quali bisogna seguire regole di produzione specifiche, non possono stare nei mercati di massa. Non saranno costose campagne pubblicitarie a migliorare il prodotto. E' il viaggiatore non ricco ma colto a fare il tam tam per il prodotto. E' il turismo del territorio che deve fare informazione dando a questo prezioso alimento il carattere distintivo e di originalità". Intanto arrivano nuove iniziative del consorzio di tutela. Dal regolamento per l'alimentazione delle bufale, che metterà al bando i foraggi che abbiano organismi geneticamente modificati, ai cartelli che delimiteranno il territorio di produzione della mozzarella. Arriveremo ad uguagliare quel che succede nella pubblicità di un formaggio altrettanto noto con le bufale sospinte fuori dal recinto, solo perchè il bufalaro non sa quel che mangiano?.

Oreste Mottola - AltavillaViva

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