Lo Schioppettino
Azienda Agricola F.lli Toti
via Albana, 5833040
Prepotto - Udine
Tel./fax: 0432-713034
Sito Internet:
www.toti.it
Email: toti@toti.it |
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Addirittura
sfogliando una vecchia pubblicazione, scritta da autorevoli esperti
nel 1987, (per correttezza non ne riporterò i nomi), che operano
ancora nel settore enologico in modo direi quasi determinante,
influenzando i consumatori con i loro dettati, cosi’ scrivevano
testualmente elencando i vitigni del Friuli: “I vitigni importanti
piu’ diffusi sono: uve bianche…..e segue l’elenco dei vitigni a
bacca bianca; poi uve rosse: e segue l’elenco delle uve rosse…..;
Poi continuando - ed è quello che mi ha letteralmente sconcertato,
per essere stato scritto solo 17 anni fa -
Vitigni indigeni in via d’estinzione: Pignolo, Refosco di Faedis,
Refosco di Rauscedo, Ribolla nera (Pocalza o Schioppettino) ed altri
numerosi minori di scarso valore".
Proprio così cari amici e lettori: questi vitigni autoctoni,
chiamati indigeni erano a quell’epoca considerati, da alcuni dei
nostri opinion-leader ora sulla cresta dell’onda come:
Vitigni minori di scarso valore!!
Lascio a voi ogni considerazione al riguardo. Continuiamo invece con
la nostra bella e gratificante storia dell’Azienda Toti.
L'azienda occupa cira 6 ha di terreno al confine con la Slovenia e
si trova nel paese di Albana, (da non confondersi con l'omonimo
vitigno coltivato principalmente in Romagna) frazione di Prepotto.
Conobbi questa piccola azienda nel"lontano 1983-84"quando a condurla
era il padre degli attuali proprietari. Andai a fare visita
all'azienda, accompagnato da mio padre, e fummo accolti in maniera
molto ospitale, cosi’ come è nella natura dei friulani, gente
concreta, laboriosa e genuina. Visitammo la piccola cantina ed i
terreni.
Ci raccontava l'allora proprietario Sig. Giuseppe di un vitigno
autoctono di quelle zone, che stava ormai estinguendosi, per i
motivi più diversi (ricordo ancora che parte della stampa
specializzata dell’epoca li definiva: vitigni minori di scarso
valore!). Credo che uno di questi sia dovuto al fatto che, anche
nella viticoltura nazionale ed internazionale, vi siano dei cicli o
meglio delle mode legate ad ogni periodo storico. Abbiamo assistito
al divulgare dello “chardonnay” del “cabernet-sauvignon“ del “pinot
bianco“ del “pinot grigio“ ecc., per poi arrivare in tempi più
recenti ai vari “ greco di tufo”, “falangina“,
perché fa “trendy“ al ristorante ordinare una di queste
etichette.
Negli ultimissimi anni sono balzati alle cronache i vitigni
“autoctoni“ ed ho assistito in un ristorante alla scena, dove un
cliente, con atteggiamento sostenuto,
ordinava al cameriere un bottiglia di “autoctono“. Che
detto cosi’ non significa assolutamente nulla. L’ Italia è piena di
vitigni autoctoni, molti dei quali ancora sconosciuti anche agli
addetti ai lavori, ed è per questo che è entusiasmante andare a
scovarli, testarli e poi divulgare a più estimatori possibili,
quando se ne trova qualcuno di veramente interessante.
Uno di questi sarà oggetto, prossimamente, di un articolo di
approfondimento, e posso anticiparvi fin da ora che, mi ha lasciato
letteralmente stupefatto per l’originalità e piacevolezza del
prodotto finale. Ma torniamo al tema incominciato prima. Dicevamo
delle mode e dei periodi storici, anche in viticoltura, cosi’ come
in ogni altro settore della nostra vita. Ed ecco che allora si
abbandona la coltivazione di un vitigno a vantaggio di un altro, e
questo solo per motivi di "moda" e/o di mercato. Credo che tutto ciò
sia un grossolano errore storico, in quanto anche la viticoltura,
testimonia del nostro passato piu’ o meno recente. Se poi ci si
mettevano anche gli opinion-leader la frittata era fatta...
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Il
Sig. Giuseppe Toti
con lungimiranza e saggezza, è stato uno tra quelli, che
ha mantenuto in vita il vitigno
"Schioppettino", che in definitiva è una
ribolla nera, chiamata anche Pocalza,
andando anche contro le mode
degli anni ’70/80, non rincorrendo i facili guadagni ed
andando faticosamente controcorrente. |
Credo che oggi i
suoi figli, a ragione, gliene debbano essere grati ed anche noi
tutti amanti ed appassionati di viticoltura lo dobbiamo essere.
Pubblicamente voglio dire: grazie Sig. Giuseppe, grazie di cuore a
Lei ed a tutti i viticoltori che, negli anni sono riusciti a portare
avanti questa meritoria opera di salvaguardia e conservazione del
nostro patrimonio ampelografico nazionale.
Invito da questa rubrica, i lettori
a conoscenza di altri emeriti viticoltori che hanno operato in tal
senso, a segnalarmene i nominativi, li ringrazierò tutti uno per
uno. Ho riassaggiato, dopo quasi 20 anni quel vino prodotto dai
fratelli Toti (Roberto ed Adriano) e devo dirvi che a me, oggi piace
ancora di piu', in quanto anche in questa piccola azienda, vengono
seguite ed adottate le tecniche piu’ moderne ed innovative.
Non aspettatevi un vino uguale a tanti altri dal gusto
"internazionale" e “standardizzato" (leggi: uvaggio bordolese). Qui
si tratta di un vino unico nel suo genere, come tutti i vitigni
autoctoni, che sono da apprezzare cosi' come sono, e soprattutto
perché coltivati in quel particolare terreno, che alla fine è
diventato nei secoli il loro “habitat naturale“ , altroché di poco
valore e tutto questo è suffragato dal fatto che, negli anni ha poi
ottenuto la D.O.C..Come avrete capito, sono da diversi anni, un
convinto sostenitore dei vitigni autoctoni, coltivati nelle loro
zone di origine. Per fare un paragone: ho bevuto merlot siciliani
buonissimi: ma è tutto un altro discorso quando bevo un nero d'avola
in purezza o un inzolia prodotti e coltivati da secoli in Sicilia.
Forse è anche una questione psicologica ed emotiva, che mi fa
pensare da quanti secoli vengono coltivate quelle vecchie viti di
nero d’avola ed a quante mani le hanno potate, legate, amate negli
anni, tramandate alle generazioni future.Potete trovare maggiori
informazioni su questa piccola (solo nelle dimensioni n.d.r.)
azienda agricola dei fratelli Toti sul sito: www.toti.it ed in
particolare sul loro "Schioppettino". Vi consiglio anche il loro
sauvignon che ha un naso molto fine, caratteristico ; il tocai che è
molto tipico di quella zona (ci ricorda la mandorla amara come
retrogusto). E visti i tempi che corrono, da non sottovalutare mai
il buon-rapporto qualità-prezzo, che in questa azienda troverete
sicuramente.
Grazie dell’attenzione e naturalmente: PROSIT con lo Schioppettino
doc dei Colli Orientali del Friuli.
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Le altre aziende...
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EUGENIO COLLAVINI VITICULTORI IN FRIULI
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VENICA di Venica Giovanni - Azienda Agricola
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VIGNA ANGELI - Azienda Agricola
VIGNA LENUZZA di Lenuzza Giampaolo - Azienda Agricola
VIGNA PETRUSSA di Hilde Petrussa - Azienda Agricola
VIGNA TRAVERSO di Traverso Stefano - Azienda Agricola
VIGNAIUOLI TOTI di Toti Adriano e Roberto - Azienda Agricola
ZOF di Zof Daniele e Snidero Angela s.s. - Azienda Agricola
Online anche la
prima parte di questo articolo.
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Roberto Gatti
sommelier degustatore
Codigoro (Ferrara)
Email:
gatti-roberto@libero.it
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