Si è conclusa ieri, dopo tre giorni di fiera, la prima edizione della kermesse interamente dedicata agli operatori del settore enologico. Oltre 800 espositori per un mercato che supera i 5 mila miliardi di fatturato.
TORINO - Si è conclusa ieri, dopo tre giorni di fiera, la prima edizione del Salone del Vino, la kermesse interamente dedicata agli operatori del settore enologico. La manifestazione, che si è svolta nei locali del Lingotto Fiere, è stata un'occasione d'incontro tra le cantine emergenti e i principali operatori dei mercati esteri, anche se il vero protagonista del salone è stato il vino made in Italy. Oltre 800 espositori, dal nord al sud Italia, hanno popolato i padiglioni del Lingotto, offrendo degustazioni di altissima qualità. Solo quest'anno il fatturato ha sfondato il tetto dei 5 mila miliardi di lire, registrando un sensibile incremento in valore delle esportazioni di vino in bottiglia. Ma il Salone del Vino, oltre a ospitare i classici della tradizione enologica, come il Dolcetto Superiore del '99 premiato lo scorso anno come miglior dolcetto, è stato anche una passerella per i talent scout, che tra i vari stand espositivi hanno ricercato le "bottiglie-mito" che entreranno a far parte delle etichette d'eccellenza.
Non bisogna dimenticare che l'Italia è il primo Paese vitivinicolo, con una produzione media di 56 milioni d'ettolitri di vino all'anno. La produzione nostrana rappresenta in media il 21 per cento della produzione mondiale e il 34 per cento di quella dell'Unione Europea. Dati confermati dal grande successo che la manifestazione del Lingotto ha registrato in soli tre giorni di fiera. Solo il primo giorno sono stati oltre 4500 gli operatori impegnati al salone. Tra aromi, colori e calici splendenti si è svolta una kermesse finalizzata a creare un'occasione di incontro tra tutto il mondo del vino per la progettazione di un cammino di sviluppo globale. Le esportazioni vinicole, infatti, oltre a rappresentare un momento di prestigio per il settore agro-vinicolo italiano, rivestono anche un ruolo di primaria importanza nella bilancia commerciale. La nostra penisola si trova infatti in pole position nel mondo per il volume di vino esportato. E proprio per salvaguardare questo patrimonio nazionale sono stati indetti nel corso dei tre giorni convegni e tavole di discussione sul futuro della produzione italiana. La principale preoccupazione nel settore è rappresentata dal potere mercantile delle multinazionali che rischiano di oscurare i piccoli giacimenti gastronomici. Il Salone è servito, quindi, anche a questo: ad offrire alle aziende vitivinicole il massimo sostegno in termini di servizi, d'orientamento d'impresa e di promozione delle cantine minori.