La quantità è scarsa e i prezzi vanno alle stelle: 600mila lire l'etto
SAN GIOVANNI D'ASSO — Non sarà la quantità dei tartufi a caratterizzare questa edizione della mostra mercato di San Giovanni d'Asso, che vive oggi e domani il suo fine settimana di chiusura: le speranze dei tartufai circa un incremento di produzione in concomitanza della luna nuova, si sono infrante con la pioggia di inizio settimana che, a detta dei più ottimisti, avrebbe ritardato di una decina di giorni il periodo di maggiore raccolta. I pessimisti, invece, attribuiscono a cause ben più preoccupanti la scarsità dei pregiati tuberi. Inquinamento ambientale e modifiche climatiche sarebbero i maggiori responsabili della penuria (da qualche anno è quasi carestia), ma sono elementi che affliggono tutte le zone tartufigene d'Italia, da Alba a San Miniato, da Acqualagna a Norcia. Proprio di questo si parlerà naturalmente questa mattina (inizio alle 9.30) in un incontro tra i rappresentanti dell'associazione 'Città del Tartufo' e dei ricercatori, organizzato in collaborazione con Regione e Provincia presso la sala convegni del castello di San Giovanni. Saranno messe a confronto le esperienze delle tartufaie migliorate maturate in varie zone, nate come salvaguardia della produzione tartufigena e rivelatesi come dei veri e propri parchi di rilevante interesse nazionale. Un patrimonio da valorizzare. Sulla qualità invece non ci sono obiezioni di sorta: il tartufo bianco delle Crete Senesi è ancora il vero sovrano della gastronomia, con il suo profumo inebriante e il suo sapore ineguagliabile che riesce a trasformare qualsiasi ricetta in un "pasto da re". Da re sono naturalmente anche i prezzi, che si mantengono invariati rispetto alla scorsa settimana e oscillanti tra le 500 e le 600mila lire l'etto, al pari comunque delle quotazioni del mercato piemontese di Alba.