In ottobre crescita sensibile nei mercati extraeuropei
Nonostante la crisi internazionale, accentuata dall'attacco dell'11 settembre, e il rallentamento dell'economia in atto da tempo, cresce l'apprezzamento da parte dei consumatori di Oltreoceano nei confronti del Prosciutto di Parma, che in ottobre ha registrato incrementi di export importanti nei mercati internazionali più importanti dopo l'Europa.
Secondo i dati forniti ieri dal Consorzio, infatti, la crescita negli Stati Uniti è stata del 36 per cento rispetto allo stesso mese del 2000, in Canada addirittura del 71 per cento e in Giappone del 3 per cento.
«Sapevamo _ spiega soddisfatto Stefano Fanti, direttore del Consorzio del Prosciutto di Parma _ che non ci sarebbe stato nessun crollo, ma la crisi che ha toccato il settore della ristorazione non ci faceva certo sperare in un incremento così deciso delle nostre esportazioni».
Invece proprio negli Stati Uniti si è registrato un incremento consistente con un volume totale di 221.000 pezzi esportati e un consolidamento della crescita dei primi dieci mesi dell'anno (+18 per cento). Stessa situazione sul mercato canadese dove, pur in un contesto di volumi ben più limitato _ 13.800 pezzi venduti fino ad ottobre _ le esportazioni di Prosciutto di Parma sono cresciute del 19 per cento, con un parziale del 71 per cento nel solo mese di ottobre.
Bene anche il mercato giapponese che, dopo un avvio alquanto stentato, ha ripreso ad importare nonostante la crisi economica interna, registrando in ottobre un incremento del 3 per cento, per un totale di 60.000 Prosciutti di Parma importati nei primi dieci mesi dell'anno (l'aumento, in questo caso, è nell'ordine del 4 per cento).
Per avere un'idea dell'importanza che l'export rappresenta nella bilancia commerciale del re dei salumi, basta pensare che sono poco meno di un milione e mezzo i prosciutti crudi di Parma e più di 11 milioni e mezzo le confezioni di «pre-affettato» (equivalenti più o meno ad altri 200mila prosciutti) che ogni anno varcano i confini dell'Italia alla conquista dei mercati internazionali.
Nel panorama italiano, su circa 5 milioni di prosciutti crudi prodotti annualmente, più di nove milioni sono marcati con la corona ducale del Consorzio. La filiera comprende 5.500 allevamenti suini, oltre 200 aziende produttrici e circa 3.000 addetti alla lavorazione.