03.02.2004 | Vino e dintorni

Presentazione Amarone 2000

Presentazione dell’Amarone 2000, al Palazzo della Gran Guardia di Verona. Grazie all’opera del Consorzio di Tutela dei Vini della Valpolicella si sono presentati alla stampa specializzata i produttori dell’”Amarone”, vino che, dopo il momento più buio coinciso con i primissimi anni ’90, ha avuto una progressione in grado di condurlo al successo di critica e pubblico di appassionati edonici degustatori.

L’Amarone è figlio della Valpolicella e di uve che è necessario elencare. Ecco allora comparire nomi e storia antica del territorio, quali Corvinone, Corvina gentile, Rondinella, Molinara (esiste la costante tendenza a diminuire la percentuale di quest’uva nella trasformazione), e poi vitigni autoctoni quali Rossignola, Oseleta, Negrara, Dindarella, Forselina, anche Croatina e, per alcuni produttori, compare il Sangiovese.

L’Amarone DOC che a breve dovrà ricevere la DOCG, è espressione di un contesto diversificato in aree eterogenee per struttura del terreno e microclima. Si possono individuare nella Valpolicella sei territori dissimili per collocazione geografica e caratteristiche: San Pietro in Cariano, Fumane, Valle di Marano, Valle di Mezzane-Illasi, Valle di Negrar, Valpantena. Emergono così vini diversi, non solo per le alternative nell’approccio tecnico alla trasformazione, nell’ambito di un disciplinare che rispetta le origini. Con giustezza, il senso della qualità non deve trovare standardizzazione nel gusto.

L’Amarone del 2000 entra ora in commercializzazione ed è l’espressione di una superficie vitata pari a 5.500 ettari con 1.300 aziende che producono uve per l’Amarone ed anche per il Recioto, fratello altrettanto nobile. Quattro milioni e mezzo sono le bottiglie vendute nel 2003 di Recioto/Amarone. La vendemmia 2000 ha avuto condizioni climatiche ottimali ed un anticipo di circa una settimana rispetto all’annata precedente.

L’appassimento delle uve che va dal 13 Settembre al primo Gennaio non ha avuto, per le piogge, condizioni climatiche ideali. In ogni caso si è evidenziata una buona conservazione delle uve e l’attacco della Botrite, marciume nobile è avvenuto per lo più in misura opportuna e non eccessiva.

Come scriveva Gio Battista Perez nel 1900, i vini della Valpolicella finissimi superiori sono liquorosi e più amarognoli, spesso secchi, dotati di eteri e profumo sensibile all’olfatto: le specifiche peculiarità differenziano gli “austeri” di Negrar dagli “aromatici” di Marano, i “rosso-chiari, amabili” della Valle d’Illasi e Tramigna dagli asciutti e secchi, talora astringenti della vallate di Mizzole, Marcellise e Mezzane.

Mentre mi appresto a predisporre per i lettori di Enovit le schede tecniche dell’evento e delle mie degustazioni, devo rammentare la doverosa preoccupazione che coinvolge il mondo dell’ Amarone sottoposto al rischio di modifica del regolamento comunitario sulla “protezione” dei marchi. Nel caso specifico, i produttori devono fare fronte comune insieme ai colleghi dell’etichette eccellenti ma possono compiere ancora passi importanti nella comunicazione della qualità attraverso i molteplici “media” e tutti quelli che si occupano di costituire interfaccia tra informazione, commercializzazione e consumatore finale.

Paolo d'Abramo
Responsabile scientifico
Enologia e Viticoltura 

Vinit.net
dabramo@vinit.net
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