Per la prima volta la razza legata all'antica tradizione della
transumanza sarà la protagonista della grande rassegna dei formaggi
e delle carni dell'Appennino Meridionale. La kermesse gastronomica -
promossa dall'Ente di Sviluppo Agricolo in Campania con l'obiettivo
di presentare a giornalisti, operatori del settore, specialisti,
albergatori, ristoratori e semplici appassionati la tipicità e la
biodiversità costituite dalle produzioni derivate proprio dalla
razza podolica - sarà di scena nell'Alta Irpinia, e precisamente
nella Comunità Montana del Terminio-Cervialto, in una tre-giorni
articolata tra Calitri, Montella e Nusco fino a lunedì prossimo.
Rilanciata negli ultimi anni finora esclusivamente grazie al
passaparola, la bontà e la genuinità di questi prodotti
rappresentano un eccezionale patrimonio culturale da valorizzare per
scoprire le antiche piste della transumanza che hanno sempre
intimamente legato i monti Picentini alla Capitanata e lungo le
quali si è formata la tradizione enogastronomica di questi
territori. Ecco la novità del progetto, un'iniziativa di marketing e
comunicazione territoriale integrata nella quale la razza podolica,
giunta in Italia dall'oriente asiatico attraverso le pianure
danubiana ed ungherese, trova la sua naturale collocazione.
Essendo tra le razze bovine quella che maggiormente ha mantenuto le
caratteristiche originarie, la podolica fornisce un latte e una
carne di qualità eccellenti. Di qui l'idea di coniugare alle
degustazioni dei prodotti anche la visita ad aziende produttrici
nonché alle grotte di affinamento dei formaggi e, soprattutto, la
presentazione della prima Formaggioteca regionale che sarà ubicata
nel comune di Calitri.
Un tempo allevata in tutte le regioni adriatiche, dal Veneto alla
Puglia, Basilicata e Calabria, non essendo più impegnata nei lavori
agricoli oggi la podolica è concentrata nelle regioni appenniniche
meridionali, ed in particolare trova il suo habitat naturale proprio
tra Montella, Bagnoli Irpino e la fascia pedemontana compresa sino
al Vulture. Originariamente razza da lavoro e secondariamente da
latte, la sua sopravvivenza e le possibilità di consolidamento sono
strettamente legate al recupero zootecnico di aree marginali e al
miglioramento genetico per la produzione di vitello da ristallo.
Con il latte, nello specifico, si ricavano diversi tipi di
caciocavalli (di Montella, degli Alburni, di Ariano Irpino e di
Calitri), oltre alla scamorza e alla mateca. La carne, invece,
adottata dalla parte più aggiornata dell'alta ristorazione, è di
buona qualità.
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Maristella Di Martino
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