Oltre un mese di iniziative presso le cantine ottocentesche del complesso dell'Agenzia di Pollenzo alle porte delle Langhe
Ricco di iniziative e novità il programma primaverile stilato dalla Banca del Vino, società cooperativa creata nelle cantine ottocentesche dell'Agenzia di Pollenzo, alle porte delle Langhe, una suggestiva vetrina enologica unica al mondo nata con lo scopo di costruire la memoria storica del vino italiano: un museo visitabile con percorsi di degustazione, assaggi, eventi e attività di promozione dell'immagine e della cultura enologica.
Un patrimonio di circa 78 mila bottiglie appartenenti a 320 delle migliori aziende vitivinicole nazionali, dove è possibile anche acquistare etichette storiche, rare, spesso introvabili, conservate in maniera ottimale in un caveau di indubbia bellezza, in una temperatura naturale costante di 15 gradi e un'umidità attorno al 70%.
Il varo del programma è stato dedicato alla presentazione delle ultime annate in commercio di un trio di aziende langarole, Poderi Colla di Alba, Marcarini di La Morra e Vajra di Barolo. Accanto ai vini che fanno parte della tradizione aziendale, il Barbaresco Roncaglie e il Barolo Bussia dei Poderi Colla, i Baroli Brunate e La Serra di Marcarini e il Barolo Bricco delle Viole di Vajra, ogni azienda ha potuto far degustare al numeroso pubblico di operatori e appassionati alcune novità.
Apprezzati di Poderi Colla il Langhe Bianco a base di riesling e il Sclint, rosato a base di pinot nero all'80% e nebbiolo al 20%, così come lo "storico" Langhe Rosso Bricco del Drago frutto in maggioranza di dolcetto con un pizzico di nebbiolo, e il fascino aromatico del Bonmè, un vermuth a base di moscato arricchito con gli estratti di ben 11 piante aromatiche.
Marcarini da sempre si distingue per i suoi tradizionali vini a base nebbiolo, Barolo in testa, ben spalleggiato dal Langhe Nebbiolo Lasarin, dalla Barbera Ciabot Camerano e dall'accenno di internazionalità del Langhe Rosso con la morbidezza dello syraz a domare la freschezza della barbera e il tannino del nebbiolo, per concludere con l'ottimo Barolo Chinato.
Molto apprezzato come sempre il Langhe Bianco a base di riesling di Vajra, alla pari del Langhe Freisa Kyè. Insolito il PN Q497 Langhe Rosso a base di pinot nero, molto convincenti i Baroli Baudana e Cerretta nati dalla collaborazione con il produttore Luigi Baudana di Serralunga d'Alba.
Altro evento degno di grande considerazione quello dal titolo "Grandi Rossi delle Doc Langhe e Monferrato", vini nati negli anni '80 in un momento di crisi del Barolo sia per cercare un nuovo sbocco sul mercato che per riattirare l'attenzione dei consumatori verso uno dei più grandi vini al mondo. Sui tavoli in degustazione è sfilata una campionatura delle migliori esporessioni create dai viticoltori piemontesi, a cominciare dal Mon Prà Langhe Rosso 2001 di Conterno Fantino (nebbiolo-barbera-cabernet per il 10%), alla pari con il Langhe Arte 2000 di Domenico Clerico, con grande maggioranza di nebbiolo e una piccola percentuale di barbera e di cabernet, quest'ultimo escluso dal 2005 poichè è stata espiantato il vigneto. Molto elegante e potente il Langhe Bricco Manzoni 2001 dell'omonimo Podere, mentre sprigionava giovinezza e vitalità il Langhe Rosso L'Insieme 2006 di Gianfranco Alessandria, vino nato da un'idea di Elio Altare e la collaborazione di 8 produttori langaroli al fine devolvere 5 euro per ogni bottiglia venduta a sostegno di progetti umanitari mondiali. Sentori prettamenti vegetali e animali invece nel Monferrato Rosso Sonvico 2001 della Cascina La Barbatella, l'unico vino presente fuori dalla Langhe.
Una citazione a parte merita invece il Langhe Darmagi 1998 di Gaja, nome derivante dall'esclamazione di rammarico del padre di Angelo alla notizia dell'espianto della precedente vigna di nebbiolo a favore della nuova a base cabernet sauvignon. Un vino eccezionalmente fresco, potente, molto fruttato, equilibrato e avvolgente, di stampo probabilmente più internazionale ma ricco di fascino e piacevolezza.
Prossimi eventi alla Banca del Vino, martedì 11 maggio alle ore 17,00, l'incontro e la degustazione dei vini di alcuni vignerons liguri (Francesca Bruna, Walter De Batté, Daniele Parma, Aimone Vio e Filippo Rondelli) organizzato in collaborazione con l'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche nell'ambito dei Laboratori di cultura e formazione Enogastronomica, coordinato da Giovanna Benetti, giornalista di Repubblica Liguria e autrice del libro "I signori del vino ligure- De Ferrari Editore.
Mercoledì 19 maggio alle 18,30 si svolgerà invece una degustazione verticale del Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva Villa Bucci in compagnia del produttore, Ampelio Bucci, uno di più autorevoli interpreti del Verdicchio, consulente di marketing, docente universitario e, soprattutto, attivo sostenitore di un'agrovitivinicoltura sostenibile
Luciano Pavesio
Nelle foto di Enzo Trento lo staff della Banca del Vino con al centro Carlin Petrini, scorci dell'esterno e dell'interno del caveau dei vini, un momento della degustazione, i produttori Marcarini, Poderi Colla e Aldo Vaira.
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