28.11.2008 | Vino e dintorni Inserisci una news

Walter Massa: riflessioni “conto terzi”

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Il vino è un'opera d'arte costruita dalla natura per l'umanità, da sempre troppa gente non ha capito ciò ed ha spremuto questa materia in maniera vergognosa. Penso che l'avvento di internet sia fondamentale per affrancare il pensiero e le differenze tra vino etico,vino estetico e vino commerciale. Voglio comunicare la nascita della F.I.V.I. Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti e l'importanza che, a mio avviso, la stessa avrà collaborando con tutte la famiglie, che con sentimento, coltivano la vigna vinificandone le uve e affrontando il mercato. Al popolo di internet, vero garante e comunicatore delle piccole e grandi cose che girano intorno al vino, chiedo uno sforzo per trasmettere alle aziende agricole a loro più vicine le mie riflessioni. Grazie walter massa

Non troppo per caso il 29  luglio a Colorno (PR) con oltre 500 vignaioli d’Italia  abbiamo  costituito la “Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (F.I.V.I.), o meglio vignaioli indipendenti. 

Sono stato eletto membro  del consiglio nazionale con  altri 14 Vignaioli;  tra questi abbiamo individuato il Presidente,  Costantino Charrère di “Les Cretès” dalla val D’Aosta, e due vicepresidenti :  Peter Dipoli  dall’Alto Adige e  Saverio Petrilli “Tenuta diValgiano”  dalla Toscana.

Per completezza d’informazione occorre dire che un nucleo di Vignaioli di diverse regioni ha voluto uno statuto serio e rigoroso per ufficializzare la federazione. In questo modo, con autorevolezza e credibilità, ci si può relazionare per vie ufficiali con le istituzioni, dialogare  con gli altri comparti vitivinicoli, con il mondo imprenditoriale e con la classe politica.

Gli omologhi della federazione francese (oltre 11.000 soci con il 55% della superficie vitata francese) hanno spronato la nostra fondazione in modo da poter costituire  con essi ed altre federazioni nazionali, una fortissima struttura europea in grado di essere  un interlocutore forte, dove il baricentro è nel vigneto, per interfacciarsi con i commissari UE preposti.

Non siamo alternativi ad alcun organismo che fino ad ora si è occupato di vino sia sotto il profilo produttivo sia burocratico e legislativo in Italia.

Noi, vignaioli italiani, fino ad oggi, abbiamo marciato solidali esclusivamente con la nostra bottiglia di vino prodotta con naturale intelletto.

Pur non mettendo in discussione l’indipendenza intellettuale,  di coltivazione, produttiva, di stile e di mercato oggi risulta indispensabile un referente forte e preparato che faccia da collettore a tutti i problemi che nascono nella vigna e durante tutto il percorso fino al consumatore finale.

Le V.Q.P.R.D, in Italia,  non hanno quasi mai dato la precedenza all’origine e alla specificità; i regolamenti UE considerano troppo poco i 4000 anni di civiltà del vino. Le leggi proibizionistiche mettono vino e alcol sullo stesso piano criminale, le ore ed ore da dedicare alla burocrazia vanno a scapito del più piacevole ed utile (anche per il P.I.L) tempo impiegabile altrimenti  in vigna .

 Con questo semplice ragionamento pensavo di trovare a Colorno i rappresentanti di tutte le 20 regioni italiane: così non è stato.

Penso che i viticoltori  di successo, soprattutto quelli delle zone più conosciute (Valpolicella, Collio,Langhe, tanta Toscana ecc.) avendo  avuto, grazie al vino,  notorietà in tutto il mondo  siano quasi obbligati a marciare solidali con produttori di aree viticole meno fortunate  e quindi  a prendere in considerazione il fatto di aderire alla neonata  Federazione.

Ho alcuni dubbi:

ü      o nel nostro mondo si vive con troppa sufficienza;

ü      o la comunicazione della volontà di costituire la FIVI non è stata adeguata

ü      o il vignaiolo verace, viste precedenti e negative esperienze , non vuol più sentir parlare di associazioni..

Con molta perplessità guardo al futuro economico ed imprenditoriale e rifletto su possibili momenti di mercato poco favorevoli per un bene sicuramente voluttuario che nella storia ha sempre avuto felici sbocchi economici.

Con le nostre capacità contribuiamo anche a contenerne i costi  ma il prezzo finale non può far a meno di riportare il vino(inteso come espressione del territorio) tra i beni di lusso, se non nel prezzo almeno nel sentimento.

Consideriamo anche il fatto che tra gli addetti ai lavori esiste anche una serie di detrattori.  Alcuni  di questi mostrando la faccia, altri in maniera subdola, sostengono che la FIVI risulterà solo l’ennesimo fuoco di paglia.

Ora, per rispetto al vino, approfitto degli spazi telematici che mi vengono concessi da tutti coloro che riconoscono la centralità nello stesso per sostenere che i 15 consiglieri FIVI hanno volti noti, sono rintracciabili sia telefonicamente sia in via telematica ed inoltre si possono anche valutare e giudicare degustandone i vini prodotti.

Rammento Erasmo da Rotterdam: “il vino è il riflesso della mente….”

Mi voglio ripetere, il vino merita sacrifici e fiducia da parte di tutti coloro che lo amano:

Pretende l’adesione di tutte le aziende agricole italiane, che grazie ad esso, hanno avuto un palcoscenico mondiale e redditi impensabili semplicemente applicando l’arte (artigianato) all’agricoltura.

Pretende l’adesione di tutte le aziende agricole italiane che coltivano la vigna, ne trasformano le uve e  affrontano i mercati con l’obiettivo di una crescita contribuendo a migliorare l’immagine del vino italiano e arrecando grandi benefici al paesaggio, alla cultura ed al turismo.

Evito di fare nomi, ma le aziende che hanno un piccolo debito di riconoscenza, come quelle che credono nel “Vino e nel suo mondo”  lo debbono aiutare anche nei fatti sostenendo la FIVI.

Faccio appello inoltre agli scettici, solitamente  abituati a fare la punta agli spilli, in quanto portando il loro pensiero in Federazione e credendo  nel percorso terra- uomo- bicchiere aiuterebbero  questo mondo a percorrere la propria strada prendendo le distanze da chi, al contrario, prende le scorciatoie.

Nel 1958 C. De Gaulle, allora presidente francese, sapendo che il passo stradale più alto d’Europa era il  Colle dell’Agnello con  i suoi 2744 metri, ritenne di asfaltare la mulattiera  del Col De La Bonette rendendola percorribile dalle autovetture e permettendo il transito fino a 2802  metri, valico  che ancora oggi rimane il più alto d’Europa.

Ciò significa che, avendo punti di riferimento, le imprese sono facilitate nella loro opera.

Noi vignaioli indipendenti italiani mantenendo i rapporti d’amicizia con i cugini francesi che sono più di 11.000 e mantenendo la nostra identità abbiamo tutte le carte in regola per passare dagli attuali  506 a oltre 12.000 associati.

Cominciando ad abbinare alla nostra produzione anche il nostro pensiero e valorizzando ciò che sta alla sorgente, ovvero il paesaggio e la gente, il percorso del vino come ambasciatore delle nostre terre sarà facilitato in tutto il mondo.

 Daremo dignità a chi popola e vive le colline d’Italia e magari spunti positivi per la crescita anche ai politici,così magari  potranno elaborare nuove idee finalmente costruttive e vincenti ed abbandoneranno  quelle un po’ imbalsamate che hanno portato avanti negli ultimi anni.

 Walter Massa 

 

 

per contatti:

FIVI
Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti
C. F. 91026720044
Tel: 0172 419683
Email: info@fivi.it
Segretario Nazionale
Giancarlo Gariglio
Mob. +39 338 6008420
Tel. +39 0172 419683
Fax. +39 0172 411218
Email. giancarlo.gariglio@fivi.it
 
                                                                                                                                            


Tag: F.I.V.I., vigneti massa, vignaioli indipendenti


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