Ho provato anche
paste famose, citate in quasi tutte le riviste per "golosi" o meglio
"gourmet" e devo dire che alla fine una grossa differenza tra loro
non si notava. Poi un bel giorno scrivo ad una azienda, mai sentita
prima, e mi arrivano a casa alcune confezioni da 0,500 gr., in
sacchetti di colore giallo, ed incomincio a leggere quanto riportato
dai depliants. Pasta impacchettata a mano, tutte le fasi
rigorosamente artigianali, poi continuando nella lettura, scopro si
tratta di una famiglia di 7/8 persone, che fanno tutto da loro.
La differenza, da quanto ho capito,
è nella scelta della materia prima e nella
cura dei minimi particolari, ma più avanti è spiegato
tutto alla perfezione, stò scrivendo del pastificio artigianale :
Un po' di storia
Guido era
partito soldato, nel servizio automobilistico. Aveva
lasciato la sua Lari, in quel di Pisa, per guidare i forti Fiat 18
BL sui campi di battaglia dove imperversava il primo conflitto
mondiale.
A Lari aveva lasciato al fratello
Gastone il posto
di lavoro, operaio nel piccolo pastificio del paese.
Nella compagnia l'autiere Guido aveva un capitano che poi diventerà
famoso, Francesco Baracca, che
cercava giovani e bravi autisti per avviarli verso un nuovo modo di
fare la guerra, l'arma aeronautica. Guido, appassionato di motori e
valente autista, venne subito notato dal Capitano Baracca, lo
iscrisse nella lista per i nuovi piloti.
Ma ci fu lo sfondamento di Caporetto.
Servivano autisti per portare soldati. Il Colonnello ordinò a Guido
di andare sul monte Grappa, ora serviva lì.
Finì la guerra, Guido tornò a Lari, al
pastificio insieme al fratello per continuare a fare la pasta.
Il periodo era assai difficile, soprattutto economicamente.
Nel 1926, i proprietari,
Catelani, ormai in avanti con gli
anni e senza figli, proposero a
Guido e Gastone
di rilevare l'attività. I due fratelli rimasero molto
colpiti da questa proposta. Erano onorati, ma sapevano, dato il
periodo e le grandi difficoltà finanziarie, che avrebbero incontrato
moltissime difficoltà per saldare questa cessione.
Gli anziani coniugi Catalani,
che vedevano nei due fratelli i loro figli mancati, li
rassicurarono. Non c'era fretta.
Arrivò la seconda guerra mondiale. Ma Guido
e Gastone, insieme alle mogli, continuarono a fare la pasta,
con grande difficoltà, data la penuria di materia prima, ed a
mantenere l'impegno con i vecchi proprietari.
Nel 1943 una grave malattia portò via Gastone. Ma
Guido continuò, aiutato dalla
moglie Giuseppina e dalla
cognata Dina, e dai figli,
Dino e Mario che stavano crescendo.
Nella metà degli anni 60 Dino, ormai maggiorenne, partì volontario
per il servizio militare. Arma dei Carabinieri. Era infatti
intenzionato a seguire questa carriera.
Dopo tre anni, Dino aveva infatti già completato i corsi per
sottufficiali a Moncalieri e Firenze. Il fratello
Mario, che conduceva insieme al
padre, ormai anziano, il piccolo pastificio,
mise davanti a Dino
un duro aut aut: o torni oppure
chiudiamo, da solo non ce la faccio disse Mario.
Dino, ci pensò un po', poi decise di continuare a fare la pasta, non
se la sentiva di vedere finire tutto il lavoro della famiglia.
Il pastificio oggi
Oggi Dino e Mario, insieme alle
loro mogli Lucia e Valeria, con
i figli Laura, Lorenzo e Luca continuano a fare la pasta nel
pastificio di Lari. Una famiglia di pastai,
così come è scritto sui sacchetti di color giallo, che
molto ricorda la vecchia carta paglierina, nei quali viene
impacchettata, a mano, la pasta e chiusa con due sigilli. Spaghetti,
Penne Classiche, Spaghettini e Maccheroni di Toscana.
Ciascun componente della famiglia ha un ruolo ben preciso. Mario è
il tecnico e si occupa della manutenzione e di tenere sempre
efficienti gli, ormai, vecchi macchinari. Valeria e Lorenzo chiudono
i pacchetti gialli. Dino sta alla la macchina che fa la pasta,
coadiuvato dal figlio Luca. Lucia si occupa dell'amministrazione e
dei clienti insieme a Laura.
Di pasta ne producono in un anno quella che una industria ne produce
in poche ore.
La lavorazione è rimasta identica a quella degli anni cinquanta.
Anche i macchinari sono di tale periodo. Una impastatrice Braibanti
che spinge l'impasto in una forma, la trafila, di bronzo che dà vita
ai vari formati di pasta. Il bronzo ha la caratteristica di rendere
la pasta ruvida e porosa, ideale per trattenere i condimenti.
La grande industria, per ragioni di velocità, ha le trafile di
teflon. Ma la pasta ne esce con la superficie liscia, che poco
trattiene le salse ed i sughi.
Anche l'essiccazione è lenta. Occorrono oltre 50 ore prima che la
pasta sia pronta. Questo perché avviene a 35-40 gradi. Questo ciclo
lunghissimo è impensabile in una ottica industriale, dove la pasta
essicca in 5-10 ore, con temperature superiori a 90 gradi. Viene
ancora utilizzato un vecchio essiccatoio con al centro una grande
ventola.
La materia prima è scelta con cura. Una
miscela di grano duro canadese e maremmano. Curata da
oltre trenta anni dallo stesso molino, quello
Borgioli di Calenzano.
Tuttavia, quest' anno è stata fatta una prova per il grano. Infatti
sono stati coltivati a grano duro dei campi vicino Lari, per provare
come può risultare la pasta fatta con tale grano. Le varietà sono
il Giotto e il Levante. Il progetto
è particolare. Diminuire l'importazione di grano canadese in virtù
di quello italiano, alla ricerca di un prodotto sempre migliore.
L'inizio di questo nuovo cammino è stato possibile con la proficua
disponibilità dell'Amministrazione Locale e
Provinciale e dell'Azienda Agricola di Buonamini Corrado di Lari.
Il tutto sotto l'attenta supervisione della
Facoltà di Agraria di Pisa.
Sono molto fiduciosi in questo progetto. Progetto che ha inizio
proprio quando ottanta anni fa i fratelli
Guido e Gastone decisero di mandare
avanti, sotto nessun buon auspicio, il piccolo pastificio all'ombra
del castello di Lari.
Annotazioni sensoriali del gusto
La differenza tra questa pasta e le altre, fino ad oggi assaggiate,
comprese le più famose e blasonate, è che in queste ultime l'unico
fattore avvertito è stata la durezza della pasta a cottura ultimata,
cioè più o meno al dente;
nella pasta Martelli ciò che si avverte in
maniera evidente è la bontà della pasta, cioè il suo
gusto mentre la si mastica: per la prima volta ho avvertito che la
pasta che stavo mangiando era nettamente
più gustosa e diversa dalle altre, a prescindere dal tipo di
condimento, e questo è stato avvertito anche dagli altri
commensali che mi accompagnavano in questa meravigliosa esperienza
sensoriale.
Ed allora, come faccio da sempre con i vini che degusto, mi sono
detto, perché non condividere con tutti gli amici lettori questi
piaceri e segnalare loro questo magnifico prodotto italiano, con
l'augurio e la speranza che c'è ne sia sempre in futuro un po' per
tutti, in quanto il pastificio è veramente piccolo con una
produzione che definirei di nicchia.
Qui ho riscoperto il senso della parola
"Artigiani del gusto" e della sublimazione della parola
artigiano quando diventa " Artista".
Buon appetito cari amici lettori con la magnifica e gustosa
pasta Martelli.
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