12.04.2002 | Cultura e Tradizioni

Olio d’oliva, pilastro di civiltà e grande medico della pelle

Isabel Allende, a cinquant’anni suonati, considera un buon cibo come un paesaggio fondamentale dell’anima e scrive: «Mi pento di tutte le diete fatte, dei piatti prelibati rifiutati per vanità, come mi rammarico di tutte le occasioni che ho lasciato correre per occuparmi di lavori in sospeso o per virtù puritana», e procede con allegra impudenza nel suo elogio alla buona cucina, al buon olio e al buon vino.

Come e più del vino, l’olio di oliva è usato in molti sacramenti e funzioni religiose, ma nel corso della sua storia è stato vero pilastro della civiltà: fondamentale nelle diete specie in tempi di carestia, combustibile per torce e lampade, ricchezza per l’esportazione (fu spesso moneta di scambio), importantissimo per la cura delle malattie e per la bellezza del corpo: l’olio ottenuto con petali di fiori o bacche di cipresso macerati era il profumato compagno di ogni buon greco o romano civile alla fonte, ai bagni pubblici o nelle piccole conche di lavaggio in casa.
Gli atleti lo utilizzavano nelle palestre: durante la preparazione degli esercizi i solidi precursori di Big Jim si cospargevano il corpo di olio per riscaldare i loro muscoli guizzanti, proteggerli dagli sbalzi di temperatura e da eventuali traumi. La nota curiosa, fonte Plinio il Vecchio, è che questi esemplari di vigoria e fierezza, dopo le gare, presentavano sul corpo uno spesso strato di sudore misto a olio e sabbia, che veniva accuratamente grattato via con uno strumento a forma di serpente, lo «strigile», e la virile mistura veniva poi raccolta, chiusa in un vasello e venduta per... usi terapeutici.
Dallo splendore degli dei alla civiltà romana, dalla medicina al piacere del corpo, arriviamo ai giorni nostri in cui, in assenza di nostrani e ingrommatissimi body-builder, la cura del corpo è soprattutto femmina.
Se l’onnipresente babau Fianchilarghi non ci trattenesse, noi donne saremmo le prime ad avventarci con foga sulle pietanze più ghiotte, a tuffarci, armate di mollica, in limpide pozze di olio fruttato, ma ahimé, almeno finché non giunge l’isabelliana età del pentimento, dobbiamo limitarci e volgere l’interesse a campi in cui l’olio d’oliva non intacca la nostra bellezza, ma la esalta.
All’insegna della «magia di un albero millenario» quale simbolo di eccezionale longevità, è nata di recente una linea di bellezza alla foglia d’olivo, antiossidante e resistente ai segni del tempo, un concentrato puro dai poteri taumaturgici: pare che in soli otto giorni la pelle migliori. Naturalmente ho comperato tutti i prodotti della linea e prometto che, se il risultato sarà sorprendente, lo racconterò. Per adesso, di sorprendente, c’è che insieme ai prodotti veniva offerto in dono un delizioso ulivo bonsai.
...Questione di stile.
Rossana Bettini

FONTE: IL PICCOLO DI TRIESTE

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